Tutte le religioni hanno un lato rispettabile e uno manchevole. Non dobbiamo piu’ spezzare ciascuno gli idoli dell’altro; ma guidare dolcemente gli uomini fuori dall’idolatria.
I libri sacri di tutte le nazioni in tutti i tempi sono stati collezioni di favole.
(Eliphas Levi)
LA CACCIA ALLE STREGHE
SINTESI DI UN GENOCIDIO
alateus
PARTE I – PRIMA DEL MASSACRO
§ 01 – FISSIAMO I LIMITI
Trattando di “caccia alle streghe” molti autori tendono ad allargarsi, nel corso delle loro esposizioni, per considerare come argomenti connessi e pertinenti anche:
• la caccia agli eretici (ebrei e marrani, catari, valdesi, ecc.)
• le ossessioni
• le possessioni demoniache
• i riti satanici
• e quanto altro ha avuto attinenza con i momenti piu’ oscuri della storia del cristianesimo.
Per vari motivi di brevita’ e di sintesi espositiva in queste pagine si tratta unicamente delle “streghe” e del martirio che hanno dovuto subire durante i tre secoli che vanno dal 1400 al 1700.
Il periodo compreso tra 1400 e 1700 e’ quello solitamente indicato dagli storici come il “tipico periodo” nel quale sono stati operati dalla chiesa i grandi massacri a danno dei suoi nemici o presunti tali, anche se questo non e’ sostanzialmente esatto, trattandosi di limiti posti per esigenza e comodita’ di studio.
In realta’ la persecuzione delle streghe si e’ manifestata, seppure in tono minore, gia’ a partire dall’alto Medioevo ed e’ continuata ben oltre il 1700.
Nel testo non vengono trattati i casi di “possessione demoniaca”, verificatisi in alcuni conventi (come quello delle Orsoline di Loudun), che altro non sono che esasperate turbe sessuali di povere disgraziate condannate, dalle loro famiglie, a consumare la loro esistenza tra le mura di un convento; inoltre e’ stato omesso anche l’episodio inerente le “Streghe di Salem” perche’ gia’ trattato in altra pagina di questo sito, e anche per limitare l’esposizione a quanto avvenuto nei soli paesi europei.
Sempre su questo sito potete consultare:
* I. E. Ferrario – Triora, la Salem d’Italia.
* A. C. Marturano – Streghe e stregoni nel medioevo russo.
* E. Dall’Aglio – Il Giullare e le Streghe.
* G.T. Garella – Storia della Stregoneria negli U.S.A.
In questa PARTE I, prescindendo dalla furia omicida del cristianesimo, cerchiamo di definire, a grandi linee, chi e cosa si intendeva per strega prima del 1200-1300.
§ 02 – LA STREGA ANTICA
Prima di addentrarci nella storia del genocidio delle streghe e’ quindi necessario puntualizzare bene la natura e le caratteristiche di questi singolari ed inquietanti personaggi.
Per comodita’ di esposizione conveniamo di indicare come “strega” sia i soggetti femminili che quelli maschili (maghi, negromanti, stregoni, ….); questa e’ una convenzione generalmente accettata, tenuto conto che il massacro avvenuto tra il 1400 ed il 1700 ha colpito in massima parte soggetti di genere femminile; utilizziamo quindi il termine strega in senso neutro.
La strega e’ una figura senza tempo che si puo’ far risalire, se non alla preistoria, certamente alla protostoria. Comunque non e’ necessario spingersi tanto lontano; basti ricordare alcune famose streghe che la cultura e la letteratura antica ci hanno tramandate quali Medea, Circe, Canidia, Panfila, Ecate, Diana ed altre dai fantasiosi e impossibili poteri.
E’ stato affermato da piu’ parti che:
“la strega fa paura solo a chi ci crede”
questa affermazione lascia supporre che, da un punto di vista razionale, la strega possa essere stata una figura del tutto negativa, una parassita nel contesto sociale dei tempi passati.
Si deve però poi prendere in considerazione anche l’altra comune asserzione:
“la strega e’ stata una figura temuta ma ovunque ricercata”
e cio’ fa pensare che, malgrado le incredibili sciocchezze addebitate a questa singolare figura, qualche funzione positiva puo’ comunque esserle attribuita.
Occorre pertanto vedere come operava, dove e cosa faceva realmente una strega prima della grande strage e prima che il clero l’accusasse di quelle attivita’ ignobili, collegate alla figura del Diavolo, che il clero stesso aveva inventato a giustificazione del proprio abominio.
Un’altra affermazione che puo’ lasciare il lettore perplesso ma che deve essere accettata – seppure con riserva – e’ che:
“la strega era fondalmente onesta e credeva in buona fede, pur sbagliando, in cio’ che faceva e nei suoi illusori poteri”
L’affermazione trova una sua giustificazione se si esamina in particolare quelle che erano le sue attivita’ e l’ambito in cui operava.
La strega e’ stata una figura tipicamente rurale, contadina; era presente ed operava nelle campagne, vivendo isolata nei boschi o ai margini di piccoli, sovente miserabili villaggi.
Le streghe di citta’ potrebbero sembrare un’eccezione ma in realta’ anch’esse appartenevano alla stessa categoria.
Molte di esse avevano abbandonato la campagna e scelto di vivere nell’ambito cittadino spinte dalla fame, alla ricerca di un quotidiano e precario pezzo di pane.
In citta’ praticavano oltre alla loro arte anche la prostituzione, sino a quando l’eta’ lo permetteva; si insediavano normalmente nei bassifondi a contatto con la feccia cittadina, preparando e vendendo prodotti medicamentosi, filtri d’amore, unguenti cosmetici, prodotti abortivi ed anche quei veleni che la societa’ di allora usava spesso e volentieri.
Sia in campagna che in citta’ si puo’ dire che la strega, (a volte detta anche: lammia, masca, bagiura), operasse in due ben specifici settori:
• la magia bianca
• la magia nera
§ 03 – LA SCUOLA DELLE STREGHE
Streghe non si nasce, si diventa. Affermazione abbastanza scontata che pero’ lascia intuire quello che doveva essere il tirocinio di un’aspirante strega.
In linea di massima l’arte veniva trasmessa da madre a figlia o da strega-maestra a strega-apprendista, mediante lunghi anni di apprendimento e di pratica.
Anzitutto occorreva acquisire una buona conoscenza sulle virtu’ di varie erbe, muffe, funghi, minerali e sostanze varie.
Bisognava imparare a procurarsi le materie prime, raccogliendo le erbe necessarie nella giusta stagione, quando esse maturavano pienamente le loro qualita’ medicinali, venefiche, soporifere o allucinogene.
Occorreva apprendere l’arte di essicarle e conservarle con particolari accorgimenti affinche’ non perdessero le loro proprieta’.
Bisognava imparare a dosarle, miscelarle in giusta misura con altri componenti, per preparare decotti, filtri, pomate, veleni, unguenti ed elisir destinati a produrre specifici effetti.
Di fatto la strega, senza rendersene conto, alcune volte riprendeva antiche ricette, alcune delle quali forse risalenti a Galeno, ottenendo parecchi di quei prodotti medicinali che oggi vengono acquistati in farmacia come “specialitá”.
Per fare cio’ le streghe disponevano di “Libri Magici” (vedi § 26) che erano, allo stesso tempo, raccolte di ricette mischiate a formule magiche per esercitare taluni incantesimi. Questo lascia supporre che alcune streghe sapessero leggere, se non scrivere, e questo, a volte, le poneva su di un piano culturale e di conoscenza superiore a quello di certuni sprovveduti che le perseguitavano.
Tutte le streghe “credevano” nella loro arte e la esercitavano con convinzione ed in buona fede,
anche quando si trattava di improbabili magie o incantesimi privi di effetto; tutto questo a prescindere da fantasiosi patti col Diavolo che furono un’invenzione della chiesa e dei suoi sicofanti a soli fini persecutori.
§ 04 – LA MAGIA BIANCA
Scopo fondamentale della magia bianca era quello di dare la guarigione (o almeno dare sollievo) ai vari e piu’ comuni malanni e alle infezioni cutanee allora assai comuni, viste le discutibili abitudini igieniche di quei tempi.
Tutto questo veniva realizzato dalla strega seguendo antichissime ricette, a volte manoscritte, risalenti alla notte dei tempi, tramandate da madre a figlia o da maestra ad apprendista. Erano sostanzialmente ricette, collaudate dal tempo, a base di erbe e di radici che le streghe raccoglievano e trattavano con la competenza a loro tramandata, trasformandole in pozioni, decotti, impiastri, unguenti che
“di solito funzionavano”.
Ed e’ proprio il fatto che di solito funzionassero a far credere alle streghe, in tutta buona fede, di essere in possesso di “particolari poteri” che poi pensavano di poter esercitare in altre occasioni, con altri mezzi e con risultati del tutto illusori, come accadeva nell’ambito delle attivita’ di magia nera.
Una cosa deve essere chiara e scontata: le streghe riconoscevano le piu’ comuni malattie e preparavano gli specifici rimedi con gli ingredienti piu’ adatti suggeriti dai loro tradizionali ricettari, pero’ ignoravano completamente quali erano i principi terapeutici attivi contenuti negli ingredienti stessi.
Oltre a cio’ erano in grado di curare le fratture degli arti (conciaossa), medicare ferite, assistere le partorienti (mammane) quando nei villaggi mancava la levatrice “patentata”.
Resta il fatto che in una societa’ dove era proibito agli ebrei ed alle donne di praticare la medicina, qualche rischio lo correvano, a volte, con tragiche conseguenze. Malgrado cio’ la loro conoscenza sulla virtu’ delle erbe poteva, in certi casi, conferire loro qualche riconoscimento ed un occhio di riguardo quando erano costrette a mendicare per sbarcare il lunario.
Occorre tenere presente che la miseria diffusa e generalizzata del mondo contadino non permetteva grandi retribuzioni in cambio dei loro rimedi; sovente dovevano accontentarsi di un po’ di latte, una scodella di minestra, qualche fetta di pane ed altre modestissime mercedi.
Mancando nelle campagne qualsiasi assistenza, la loro capacita’ di guaritrici le poneva come punto di riferimento: temute quindi ma all’occorenza ricercate.
Altre attivita’ che generalmente si fanno rientrare nell’ambito della magia bianca potevano essere:
• la preparazione di filtri d’amore, che se non funzionavano non facevano neanche male;
• predire il futuro;
• propiziare con formule e riti magici l’ottenimento di certi benefici;
• fare sortilegi benigni e confezionare amuleti e talismani per proteggere una persona dalla malasorte, dagli infortuni, dalle malattie;
• propiziare l’avverarsi, in vita, della felicita’ e dei piaceri che i preti promettevano solo da morti e a coronamento di una vita di stenti;
• preparare prodotti di bellezza, cosmetici.
Tutto cio’ con il consueto corollario di riti e formule magiche che se nulla aggiugevano all’efficacia del rimedio, avevano il pregio di enfatizzare, illudere ed ispirare un reverenziale timore nella mente degli sprovveduti clienti.
Ad esempio: ecco una formula magica che accompagnava la frizione della pelle con un unguento specifico: moetas naeta daries dardaries asiadaries una naeta.
Ma il timore della gente diveniva palpabile quando la strega esercitava i suoi presunti poteri di magia nera.
§ 05 – LA MAGIA NERA
Comprendeva quel complesso di prodotti, di attivita’ e di rituali che venivano richiesti alla strega allo scopo di vendicarsi, recare danno o provocare la morte di una terza persona.
Nel fare cio’ la strega si attribuiva (e il mandante le attribuiva) il possesso di poteri misteriosi e sovrannaturali, sovente legati ad aspetti misterici di qualche culto di antiche divinita’ pagane.
Sovente il ritenere di avere questo potere era dovuto a suggestioni ed all’uso, non cosciente, di sostanze allucinogene, come indicato al § 28.
Nell’ambito della magia nera, le uniche possibilita’ reali di compiere malefici, che le streghe potevano esercitare, erano quelle legate alla produzione di veleni, sonniferi ed altri prodotti dannosi, sfruttando in negativo la loro conoscenza delle particolari proprieta’ delle erbe e di altre semplici sostanze.
Nondimeno la credenza e la superstizione popolare attribuivano alle streghe ben altri poteri che le streghe medesime si guardavano bene dallo smentire per motivi abbastanza comprensibili:
• di utilita’ personale e desiderio/necessita’ di guadagno
• perche’ esse stesse erano convinte di possedere tali poteri
• perche’ il senso di timore con cui venivano considerate costituiva per loro una specie di protezione.
E a questo proposito, anche se e’ molto probabile che si sia verificato, non si rammentano casi di streghe uccise da un singolo individuo. Prima della grande strage le streghe assassinate furono prevalentemente vittime di esecuzioni collettive, linciaggi dovuti alla collera popolare a fronte di eventi dannosi ed inspiegabili quali epidemie, moria estesa del bestiame, grandiosi incendi e cose simili.
Tra le tante capacita’ malefiche che solitamente si attribuivano alle streghe dell’antichita’, elenchiamo alcune delle piu’ comuni:
• far morire una persona trafiggendo un pupazzo di cera o di panno contenente parti personali delle vittima designata: capelli, unghie, saliva, orina, ecc.
• provocare malattie nei bambini con incantesimi e rituali magici
• la preparazione di filtri d’odio
• far cadere la grandine sulla proprieta’ della vittima
• provocare un incendio nella casa della vittima
• provocare un naufragio
• generare la sterilita’ in una donna
• generare l’impotenza in un uomo facendo opportuni nodi su di una striscia di cuoio
• provocare la moria del bestiame
• gettare il “malocchio” recitando determinate formule
• trasformare un uomo in bestia facendogli mangiare un “formaggio stregato”
• ed altre fole del genere.
In qualche occasione alcune di queste “magie” potevano funzionare se si aveva l’accortezza di far sapere alla vittima, indirettamente ed in gran segreto, che un maleficio era stato pronunciato su di lui. Paura e turbamento psichico in anime semplici ed ignoranti potevano provocare quegli effetti che la sola magia non avrebbe mai potuto realizzare.
Un modo alquanto singolare di generare la grandine sul campo della vittima era quello di recarsi su di un rilievo di terreno, prossimo a quello da devastare, scavare un buco, orinarci dentro e poi disperdere il liquido in aria con un ramoscello di nocciolo recitando speciali formule magiche (!!).
§ 06 – LA SOCIETA DI DIANA
Su questa misteriosa affiliazione, che avrebbe raggruppato intorno a se’ un gran numero di streghe, si e’ scritto molto ma, a conti fatti, le informazioni che si hanno non sono sufficienti a dimostrarne la reale esistenza. Anzi il contrario.
Si suppone che all’origine fosse una societa’ segreta femminile, una societa di “Bonae Foeminae” e cioe’ di guaritrici esperte nell’arte della magia bianca, solite riunirsi di notte nei boschi per celebrare particolari cerimonie di natura mai definita.
Alcuni autori sostengono che questa credenza sia derivata da un’antica leggenda di ceppo celtico che poneva a capo delle affiliate una certa Morrigan: la Grande Madre. Nell’antico mondo romano Morrigan venne sostituita con Diana, ritenuta oltre che dea della caccia, anche dea della fertilita’.
Queste riunioni notturne erano anche dette “Gioco di Diana” e, se pure improbabili, ispirarono agli inquisitori della grande caccia la successiva morbosa fantasia del sabba. Implacabili nella loro furia distruggitrice i preti sostituirono alla figura di Diana quella di Salome’, raccontando ai creduloni che quando la testa di Giovanni il Battista fu presentata alla figlia di Erode su di un piatto, dalle fauci del decollato comincio’ ad uscire un vento fortissimo che la sollevo’ per aria e da allora l’infausta tapina si trova costretta ogni notte a volare, da mezzanotte al canto del gallo.
La fede nel “vero Dio” dei cristiani si alimenta anche di queste cose!
§ 07 – SISTEMA ACCUSATORIO
Uno dei motivi per cui, nell’antichita’, le streghe furono assai poco perseguitate, puo’ anche essere ricercato nel funzionamento dei tribunali che allora operavano in base al principio del sistema accusatorio.
Questo sistema di procedura penale, derivato dal diritto romano, rimase in vigore presso quasi tutti i tribunali europei sino al 1200 o poco oltre.
Il sistema accusatorio richiedeva la formulazione, da parte di un soggetto (attore) o dei suoi aventi causa, di una puntuale accusa pubblica giurata e l’onere di sostenere tale accusa in giudizio, nonche’ fornire prove e testimonianze utili a dimostrare la validita’ dell’accusa stessa nei confronti del denunciato (convenuto); in altri termini l’attore si assumeva quelle funzioni che oggi competono alla pubblica accusa.
Nel fare cio’ l’attore si caricava di una pesante responsabilita’; qualora il convenuto fosse riuscito a dimostrare la propria innocenza l’accusatore veniva a sua volta perseguito e punito secondo gli usi e secondo quanto previsto dall’antica “Legge del taglione”.
Il rischio della ritorsione (contro-processo) a carico dell’attore era una pesante remora ad avviare certi processi riguardanti malefici e sortilegi, reati per loro stessa natura indimostrabili. Il convenuto poteva essere condannato solo se confessava la sua colpa, cosa del tutto improbabile quando si trattava di stregoneria.
Se poi l’accusato era persona di buona reputazione, generalmente stimato, poteva agevolmente uscire indenne dal dibattito giurando sulla sua stessa innocenza o delegando il giuramento a testimoni ritenuti uomini onorevoli e probi.
Non era proprio il caso delle streghe!
Infine, quando nel corso di particolari dibattiti i giudici si ritenevano incapaci di formulare un giusto verdetto allora si ricorreva alla scappatoia dell’ordalia.
L'”ordalia o giudizio di Dio” consisteva nel delegare alla saggezza del padreterno il compito di decidere chi aveva ragione e chi aveva torto.
Un caso particolare di ordalia era la detta “ordalia bilaterale”. L’attore ed il convenuto, o persone da loro stessi scelte (i campioni) dovevano battersi in duello durante il quale chi picchiava piu’ forte finiva col dimostrare la propria ragione.
Negli altri casi i giudici sottoponevano l’accusato a prove di verita’ alquanto strane e decisamente crudeli. Per cui si poteva dimostrare la propria innocenza:
• percorrendo una certa distanza tenendo in pugno un ferro rovente. Dopo alcuni giorni di fasciatura e di linimenti la mano doveva apparire “miracolosamente guarita”.
• Una variante della prova precedente era quella di immergere un braccio in un calderone d’acqua bollente.
• Il corpo dell’imputato veniva immerso in un fiume o in una vasca di acqua fredda. Se rimaneva a galla era innocente.
• L’imputato doveva ingoiare un grosso pezzo di pane senza masticarlo e senza soffocare.
• L’imputato doveva uscire indenne da una camminata sui carboni ardenti; questa era la prova piu’ classica (pirobasia/pirobazia).
(Qualche anno fa un gruppo di allegri “mattacchioni” l’ha fatta in diretta T.V.; sembra che la prova possa essere superata senza danno se si tengono, per qualche ora, i piedi immersi in una soluzione di allume di rocca(??))
Il sistema accusatorio ha impedito, almeno fin verso il 1300, che streghe e maghi venissero sottoposti a ridicoli ed inutili processi.
§ 08 – UN PROFILO
Abbiamo gia’ accennato al fatto che le streghe erano prevalentemente di origine contadina ed operavano nell’ambito del mondo rurale; quelle presenti nelle citta’ erano un’eccezione, trattandosi di donne ancora giovani che avevano cercato nell’ambito cittadino migliori opportunita’ di vita, aggiungendo alla loro arte anche la disponibilita’ a prostituirsi.
In relazione all’eta’ media della popolazione del Basso Medioevo (circa 35 anni e con un’aspettativa di vita inferiore ai 50 anni), l’eta’ media di una strega si aggirava tra i 50 ed i 62 anni, con punte eccezionali di 80-85 anni.
Se anche una persona di 60 anni poteva considerarsi vecchia non rappresentava comunque una eccezione; l’eta’ media di 35(?) anni, calcolata dagli storici con metodo statistico, e’ fortemente condizionata dal grande tasso di mortalita’ infantile di quei tempi: circa 30-40%.
La media statistica, in certe situazioni, puo’ dare un’idea distorta della realta’. Sarebbe piu’ corretto usare il valore di “moda”, non sempre calcolabile sulla base dei dati disponibili. Si sa comunque che, a quei tempi, nel mondo contadino raramente un individuo arrivava a conoscere i suoi nipoti.
(Rif. 105)
Pertanto queste cifre devono essere considerate molto incerte ed aleatorie.
Le streghe che vennero processate tra il 1400 ed il 1700 avevano, in massima parte, un’eta’ superiore ai 50 anni, come si e’ potuto rilevare dai verbali processuali.
Sempre con le dovute riserve, e’ stato calcolato, su qualche centinaio di presunte streghe, che:
• il 50% erano sposate
• il 28% erano vedove
• il 22% erano nubili
Mentre parte delle vedove e nubili cercavano di inserirsi nell’ambito di famiglie, a quel tempo di stampo patriarcale, molte altre preferivano (od erano costrette) vivere sole ed indipendenti.
La cosa era alquanto “fastidiosa” ed imbarazzante per l’elemento maschile della societa’ che considerava la donna come essere assogettato e non approvava la condizione di liberta’ di cui alquante donne, volenti o nolenti, godevano. Erano particolarmente temute le donne vedove e libere che avevano superato l’età della menopausa.
Infine, per quanto riguarda il sesso delle streghe:
• il 70-90% erano donne
• il 10-30% erano uomini
ma queste percentuali variano moltissimo secondo i luoghi e le epoche. Ad esempio, mentre in Russia prevaleva l’elemento maschile, nei paesi scandinavi i due sessi erano alla pari.
§ 09 – RIASSUMENDO
Nei paragrafi precedenti si e’ cercato di dare un’idea, approssimata e certamente non esaustiva, di quella che era la figura della strega, dall’antichita’ sino al Basso Medioevo, prima della grande persecuzione.
Ne viene fuori il ritratto di una persona emarginata della societa’ di allora che, agli occhi degli altri membri, poteva apparire come una figura inquietante, fonte di timori ma sostanzialmente innocua e sovente utile.
Una costante che accomunava queste strane figure era senza dubbio la miseria. Una miseria oggi difficilmente concepibile, tale da ridurre qualsiasi individuo al livello piu’ basso della degradazione e dell’asservimento; qualsiasi cosa pur di procacciarsi la misera, quotidiana razione di cibo necessario per sopravvivere!
Mangiare tutti i giorni era un obiettivo che poche streghe riuscivano a raggiungere.
Non sempre i luoghi e le circostanze consentivano loro di vivere con il solo esercizio della propria arte; il furtarello, l’elemosina e la prostituzione erano le attivita’ complementari e necessarie per non morire letteralmente di fame.
La strega era quindi una miserabile che agiva prevalentemente in un contesto rurale, popolato da contadini quasi altrettanto indigenti i quali, pur servendosi della sua opera, non sempre erano in grado di compensarla adeguatamente.
In linea di massima la strega era pero’ rispettata e tollerata come un “male necessario” ma questo non vuol dire che non venisse a volte perseguitata ed uccisa.
Questi episodi, anche se ricorrenti, furono pur sempre casi isolati dovuti a fiammate di follia collettiva localizzata: la ricerca di un capro espiatorio per calmare gli animi esacerbati da qualche inspiegabile disastro.
Erano dunque casi isolati che non avevano nulla in comune con l’allucinante follia omicida della chiesa, esplosa tra il 1400 ed il 1700.
PARTE II – IL MASSACRO
§ 10 – PRESUPPOSTI PER IL MASSACRO
Molti valenti autori si sono dedicati allo studio delle motivazioni economiche, sociali e religiose che hanno scatenato un massacro senza precedenti a danno di creature sostanzialmente innocenti.
Sono state individuate parecchie decine di possibili cause, tra di loro combinate, che possono essere ritenute responsabili di tanta aberrazione, tutte comunque riconducibili al binomio
miseria e superstizione
In questa sede ci limitiamo a riassumere le principali motivazioni storiche, generalmente condivise dagli autori, che hanno generato il momento scatenante della persecuzione, anche se nessuna di esse puo’, di per se’, giustificare il sacrificio di tante vite umane.
• La peste nera: originatasi in Asia (Crimea?) nel 1346, venne veicolata in Europa da navi commerciali genovesi, provenienti dalla Siria. Si diffonde prima in Sicilia e poi, tra il 1348 ed il 1352, aggredisce Italia, Francia, Spagna, Inghilterra e succesivamente tutto il resto dell’Europa centrale e la Scandinavia.
E’ un’epidemia terrificante che in un tempo estremamente breve uccide 25 milioni di individui nella sola Europa occidentale, cioe’ un terzo dell’intera popolazione. In alcuni territori la mortalita’ tocca punte del 75%.
Per qualche inspiegabile motivo colpisce piu’ gli uomini che le donne generando di conseguenza milioni di vedove sole e senza risorse.
(G. Boccaccio ci da’ una drammatica descrizione dell’infuriare della peste, a Firenze nel 1348).Rif.115
• La carestia. E’ una conseguenza diretta della peste; mancando le braccia necessarie al lavoro dei campi, molti terreni vengono abbandonati e ritornano allo stato selvatico. I prodotti dell’agricoltura diventano insufficienti a nutrire la popolazione superstite.
• La crisi economica. A partire dai primi anni del 1400, dovuta ad una serie prolungata di cattivi raccolti causati da condizioni climatiche particolarmente sfavorevoli (la piccola glaciazione dal 1560 al 1630).
• Inflazione. L’insufficienza dei raccolti obbliga sovente ad importare cereali da altri paesi senza l’esistenza di adeguate contropartite commerciali. Il denaro (oro, argento) diventa sempre piu’ scarso. A fronte di una offera di beni di prima necessità sempre più carente, la domanda resta costante e, in certe circostanze, tende a crescere.
• L’erosione dei salari intesa come riduzione del potere di acquisto dei salariati e della stragrande maggioranza della classe contadina.
• Tasse e decime: in relazione ai fattori precedenti non subiscono riduzioni significative e gravano sempre di piu’ sui lavoratori e sui piccoli proprietari terrieri. Sordi a tutte le istanze nobilta’ e clero continuano ad ingrassarsi e sono sempre piu’ esosi.
• La decadenza del papato. Indifferenza alla miseria di chi lavora; voracita’ e crapuleria del papato e dei prelati in generale. Alla fine queste cose si risanno e determinano una:
• Crisi religiosa in una buona parte dei credenti. Molti morti di fame cominciano ad avere dubbi su di un Dio che non si manifesta mai e li lascia nella disperazione, in balia della carestia e delle malattie.
• Ribellioni. In molte parti d’Europa gruppi di contadini cominciano ad insorgere contro condizioni di vita pressocche’ impossibili, mettendo in discussione l’autorita’ divina ed assoluta dei prìncipi e della chiesa. Si tratta di sommosse sempre locali, isolate e facilmente domate che pero’ non mancano di inquietare le autorita’ coinvolte. Malgrado si brucino villaggi e si impicchino contadini, lo stillicidio delle rivolte continua.
Infine a tutto cio’ si aggiunga, a partire dal 1520, la riforma luterana che, per quanto riguarda la persecuzione delle streghe, si dimostrera’ feroce almeno quanto quella cattolica, se non di piu’.
Occorre notare che nelle citta’ che si amministravano con forme democratiche o, piu’ frequentemente oligarchiche, esisteva pur sempre un’opposizione allo strapotere dei nobili e dei preti. Queste citta’, Italia centronord e Germania, sovente sfuggivano al controllo dei feudatari e a volte dei sovrani. E’ il caso della Repubblica di Genova, malgrado i terribili fatti di Triora, pur appartenente a questo territorio. Quando queste citta’ persero’ una parte del loro potere sulle campagne circostanti, la persecuzione aumento’ sensibilmente.
(Rif. 105)
§ 11 – CORRERE AI RIPARI
Incapaci di risolvere (o gestire al meglio) una crisi economica destinata a durare qualche secolo, governanti e chiesa volsero la loro attenzione ad alcuni aspetti che, se non governati, rischiavano di mettere in serio pericolo i loro privilegi e le loro prebende:
• la crisi religiosa
• le ribellioni contadine.
Per ricondurre le masse all’obbedienza ed alla passivita’ occorreva anzitutto asservire nuovamente le masse stesse alla cieca ed incondizionata superstizione religiosa cristiana.
Era necessario ricostruire la fede della gente in un Dio che brillava per la sua assenza e per la sua indifferenza alle umane miserie.
Fare un “restiling” di questo Dio un po’ opaco era comunque un compito difficile che avrebbe comportato implicazioni e sottigliezze teologiche che la gente con la pancia vuota avrebbe diffcilmente compreso.
Occorreva una soluzione piu’ immediata e facilmente comprensibile, anche se grossolana; pertanto la chiesa alla domanda:
perche’ Dio non vede e non provvede?
rispose subdolamente:
perche’ esiste un nemico potente che glie lo impedisce.
Risposta geniale che accollava al Diavolo ed ai suoi accoliti la responsabilita’ di tutto il male che affliggeva la terra e lo indicava come il vero nemico da combattere, con la fede e con il massacro dei suoi adepti.
L’uomo, per sua natura, ha bisogno di un nemico da combattere, o almeno contro cui sfogare la propria ira impotente; se non l’ha si sente inetto e svuotato, cosa che tutti i detentori del potere sanno benissimo.
In tutte le societa’ totalitarie e’ sempre stato necessario individuare un nemico interno, una quinta colonna, sulla quale infierire:
a) per sbarazzarsi di persone o categorie scomode
b) per dare un esempio a quelli che potrebbero avere da ridire.
c) per catalizzare il malcontento popolare verso una categoria esterna al regime, di modo che tutti se la prendano con costoro e la massa, che si sente minacciata da qualcosa, si affidi maggiormente al regime stesso.
Gli ebrei per i nazisti, i culachi ed i sabotatori per Stalin, i cittadini corrotti per Pol Pot possono essere considerati esempi moderni della caccia alle streghe. Si tratta solitamente di categorie inoffensive che pur non essendo nemiche possono però essere considerate fonte di imbarazzo e comodi capri espiatori.
Quanta gente si e’ sentita spiazzata dopo la caduta del comunismo ed il crollo del muro di Berlino?
Che altro ha fatto Hitler additando gli ebrei come i nemici naturali del Reich, fornendo ai crucchi un demone da combattere, distogliendo la loro attenzione da ben altri problemi?
Quindi, alla base della caccia alle streghe, al di la’ di qualsiasi contingenza inquisitoria, c’e’ stato sicuramente anche quel meccanismo di terrore che ritroviamo puntualmente in tutti i totalitarismi, in quanto la chiesa, (cattolici, protestanti, anglicani, ecc.) in ambito religioso, e’ un totalitarismo.
(Rif. 105)
Sino ad allora il Diavolo era stato per la maggior parte dei cristiani una figura un po’ vaga; qualcuno con cui fare eventualmente i conti se fosse capitato di passare nell’aldila’ senza il “nulla-osta” del prete. Ora il Diavolo stava diventando una cosa concreta, quasi tangibile, un nemico da tenere d’occhio e possibilmente da sconfiggere.
Astuti teologi si misero all’opera pescando nella Bibbia (dove si puo’ trovar di tutto) e
• sorvolando sul fatto che la scrittura afferma che Dio aveva a suo tempo incatenato il Diavolo nell’inferno per impedirgli di far del male;
• forti del conforto di san Tommaso il quale invece affermava che il Diavolo era libero di compiere qualsiasi misfatto;
• vagliando con un occhio attento e di riguardo tutto quello che gli scolastici avevano almanaccato in fatto di demonologia
fecero del Diavolo una figura dai contorni ben definiti, viva, quasi palpabile ed incombente. (v. § 15)
§ 12 – INDIVIDUARE I NEMICI
Era naturale che il Diavolo ed il suo esercito di demoni, per quanto dotati di buona volonta’, non potessero occuparsi materialmente di tutte le malefatte di questo basso mondo. Era quindi necessario e presumibile che il Diavolo disponesse anche di alleati terrestri incaricati di eseguire praticamente e puntualmente i suoi voleri.
Questo fu l’altro problema che i teologi dovettero affrontare: visto che il Diavolo era invincibile occorreva almeno individuare i suoi complici terreni per combatterli e distruggerli. Problema che, a dire il vero, i teologi misogini risolsero brillantemente concentrando la loro attenzione sulla donna, fonte di tutti i guai possibili ed immaginabili.
Prescindendo da facili ed alquanto scontate battute di spirito, i dotti difensori della fede sostennero la colpevolezza e la malvagita’ femminile con le seguenti “inconfutabili” argomentazioni:
• La donna e’ stata generata da una costola di Adamo che, com’e’ noto, e’ di forma ricurva e pertanto la donna e’ per sua natura imperfetta e contorta, sia nel fisico che nello spirito.
• Dall’affermazione precedente e’ facile dedurre quanto la donna sia costituzionalmente perfida, malvagia, infedele, fornicatrice, lussuriosa e menzognera, (impudico scrigno di malizia e di lussuria).
• La donna e’ in assoluto la colpevole del peccato originale essendo stata lei ad offrire la mela al povero Adamo e a indurlo in tentazione (benche’ sia stata creata solo dopo che Dio aveva avvertito Adamo di non mangiare il frutto proibito).
• La donna e’ un essere inferiore. Lo dice anche S.Paolo che, nella sua prima lettera a Timoteo 2,11-15, afferma “La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, ne di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perche’ prima e’ stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potra’ essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carita’ e nella santificazione, con modestia.”
• La lussuria della donna e’ perniciosa e tale da indurre gli uomini ad atti abominevoli di incontinenza sessuale. L’incontinenza sessuale e’ il vizio preferito del Diavolo per cui la donna e’ naturalmente portata ad essere complice del demonio.
• La donna è la tentatrice in senso assoluto secondo l’atteggiamento misogino del clero in generale e dei monaci in paticolare, assurdamente relegati nei loro monasteri, ricettacoli di sfrenata omosessualità.
• Essendo infine il Diavolo il signore del male, solo da lui le streghe potevano ottenere i loro poteri, abiurando la santa fede.
Quanto sopra non esaurisce certo l’elenco delle dotte argomentazioni; il lettore puo’ trovare altre chicche del genere sui libri di riferimento e sui testi specializzati di § 14.
Si giunse anche ad argomentare se l’utero fosse un animale diabolico nascosto nel ventre femminile oppure una parte intima della natura malvagia della donna.
Quello che occorre sottolineare e’ che tali “apprezzamenti” aggiunti al fatto che alcune di queste donne praticavano la magia bianca e nera (osteggiate dalla chiesa), divennero fatali per la loro incolumita’.
Tornando coi piedi per terra, considerando le condizioni della societa’ di allora (§ 10) e tenuto conto che guaritrici, erbarie o presunte streghe erano ormai diventate un esercito di bocche da sfamare in un contesto di generale poverta’, quanto sopra interpretava un inconfessato desiderio di togliere di mezzo una notevole massa di concorrenti allo scarso cibo quotidiano. Questo almeno all’inizio della persecuzione finche’ non venne fiutato il “business”. (§22)
L’elemosina, chiesta con sempre maggiore insistenza da parte di queste infelici, cominciava a generare segni di insofferenza da parte dei donatori alle prese con i loro problemi quotidiani e, sovente, al rifiuto di elargire qualcosa corrispondeva una reazione disperata, a volte offensiva e minacciosa da parte delle questuanti.
Le streghe, o presunte tali, stavano diventando invise ai piu’ che inconsciamente desideravano liberarsene; questo atteggiamento divenne un terreno fertile per far accettare alle masse i massacri che ne seguirono e la loro “santa e ipocrita” e liberatoria giustificazione.
§ 13 – DEFINIRE LE COLPE
Per quanto forte fosse il desiderio di eliminare fisicamente gli individui che vivevano ai margini della societa'(streghe, maghi, omosessuali, ecc.), occorreva trovare delle solide motivazioni che giustificassero la strage di migliaia di persone ed, allo stesso tempo, fornissero una “copertura morale” (morale cristiana!) per salvaguardare quell’alone di fradicia “santita'” che ancora circondava la chiesa.
Per gli eretici la cosa era abbastanza facile, essendo in quanto tali ritenuti apostati, essi meritavano pienamente il rito purificatore del rogo, senza che qualcuno se ne scandalizzasse più di tanto.
Occorreva quindi che anche le streghe venissero definite eretiche ed apostate in quanto idolatre ed adoratrici del male, secondo quella definizione del male data dalla chiesa stessa e che aveva la sua massima espressione nel Diavolo. Venne così definito quel concetto di crimen exceptum (stregoneria ed eresia) che consentì ai giudici di disattendere alle più elementari norme di giustizia e di equità.
Teologi senza scrupoli, giuristi sadici e filosofi scalzacani si misero al lavoro per attribuire alle presunte streghe quelle colpe necessarie e sufficienti per giustificare il loro ammazzamento senza scrupoli ed il rogo.
Fu un lavoro sistematico, incessante, scrupoloso e ben riuscito che viene qui brevemente riassunto:
• I primi spunti furono probabilmente forniti dalla Bibbia:
o “Non lascierai vivere chi pratica la magia”. (Bibbia Ebr.- Esodo 22,17)
o “Quelli che non credono in me saranno gettati via come rami secchi. Gli uomini li raccatteranno e li getteranno nel fuoco e saranno bruciati”. (Giovanni 15,16)
• Vennero attribuiti al Diavolo poteri malefici straordinari sino a considerarlo come un contro-tipo del Dio cristiano (ricadendo in parte nell’eresia dualista manichea).
In un secondo tempo Calvino ed alcuni scolastici stabilirono, assai stranamente, che il Diavolo puo’ agire solo col permesso di Dio, del quale e’ servo ed esecutore; questo pero’ non impedi’ di proseguire le persecuzioni.
• Non puo’ esistere strega che non sia vincolata da un patto col Diavolo.
• E’ un eretico chi non crede all’opera malefica delle streghe ed al patto demoniaco.
• Vincolate dal patto col Diavolo, e con la sua assistenza, le streghe possono eseguire i piu’ atroci misfatti, come quelli riportati nel seguente campionario:
o uccidere e divorare i propri figli e quelli degli altri
o trasformarsi in gufi o in gatti neri ed introdursi di notte nelle case per rapire, uccidere, estrarre le viscere, succhiare il sangue e divorare i neonati non ancora battezzati (sciocchezze riprese da antiche credenze mitologiche)
o distillare unguenti ed essenze malefiche come quelle della peste e del colera e diffonderle ungendo le porte delle loro vittime; cosa volentieri attribuita agli untori ebrei
o distillare e propinare veleni mortali (si dice che chi puo’ guarire puo’ anche uccidere)
o costruire specchi magici che rispondono alle loro malvagie domande
o disegnare cerchi entro cui invocano il demonio per adorarlo e per offrirgli sacrifici
o evocare qualche demone particolare, imprigionarlo in una bottiglia ed utilizzarlo come coadiutore delle loro arti malefiche
o con l’aiuto del Diavolo possono trovare cose e tesori nascosti
o operare malefici sugli uomini onesti:
? spingendoli a dissolutezze sessuali
? tramutandoli in bestie
? asportando il loro membro virile
? provocando con malefici la loro sterilita’
• copulare col Diavolo, sopratutto dopo la menopausa, perche’ il loro corpo necessita e brama continuamente il liquido seminale del demonio
• possono provocare tempeste e grandine, distruggendo i raccolti
• possono causare naufragi
• praticano atti blasfemi profanando la santa religione
• operano la metamorfosi su se stesse trasformandosi in cani, lupi, lupi mannari, caproni, pipistrelli, asini, corvi, gufi, ecc.
• volano di notte a cavallo di scope, bastoni o animali per recarsi al sabba o a compiere malefici in localita’ remote
• partecipano a riunioni notturne con altre streghe e ai sabba periodici.
Quanto sopra e’ piu’ che sufficiente per mettere in evidenza la folle stupidita’ e la protervia dei pruriginosi autori di § 14 che, senza accorgersene, sono essi stessi caduti nell’eresia attribuendo ad esseri umani, in carne ed ossa, dei poteri e delle facolta’ che nel mondo pagano erano pertinenza di dei o semidei.
Quelle che invece non sono mai state analizzate e studiate a fondo sono le motivazioni incoffessate ed inconfessabili quali:
• eliminare dal contesto sociale persone scomode aliene alle regoli “morali” imposte dalla chiesa
• proiettare e punire sugli altri la innaturale continenza sessuale che devastava il clero-misogino-represso ed i suoi accoliti, trasferendo sulle streghe quei sensi di colpa (e di invidia) provocati dalle loro stesse ed assurde regole di vita
• trasformare persone indifese in capri espiatori di molte delle disgrazie legate al quotidiano
• risolvere indirettamente conflitti di interesse o di insofferenza fra comunita’ rurali confinanti
• stornare l’attenzione della comunita’ dai problemi piu’ gravi ed insoluti concentrandola sulla persecuzione di povere vittime
• additare uno o piu’ colpevoli da sacrificare quando le preghiere, le messe, le benedizioni e le processioni non servivano ad evitare disastrose manifestazioni meteo che distruggevano i raccolti
• ricondurre in definitiva i dubbiosi e i ribelli sotto il controllo della chiesa, attribuendo alle forze del male tutte le disgrazie e gli affanni di una societa’ in sfacelo.
La chiesa e la societa’ contemporanea rinverdirono il concetto di “capro espiatorio”, mutuato dagli antichi egizi e dagli ebrei, e ne fecero una soluzione di comodo per quegli eventi che allora sembravano inspiegabili.
Solo in un secondo tempo, con i “processi concatenati”, la caccia delle streghe si trasformo’ in un business di tutto rispetto che diede origine ad un colossale trasferimento di ricchezza a favore del clero e di una magistratura asservita, incompetente e corrotta.
§ 14 – TEORICI DELLO STERMINIO – (I CORVI)
Quello che segue e’ un elenco parziale degli scritti e delle opere che hanno contribuito a trasformare la figura innocua della strega antica in una creatura perversa e demoniaca, da perseguire ed annientare con fanatica determinazione.
L’assunto di tutti questi capolavori e’ uno solo, concorde:
in nome di Dio, massacrate!
Tra la meta’ del 1300 e la fine del 1600 di opere simili a queste se ne contavano a centinaia.
REGINONE DI PRÜM – Vescovo e legiferatore canonico.
Anno 906 – LIBER DE SYNODALIBUS CAUSIS ET DISCIPLINIS
ECCLESIASTICIS
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BURCARDO DI WORMS – Vescovo e legiferatore canonico.
Anno 1006 – CORRECTOR ET MEDICUS
Anno 1025 – DECRETA
A quei tempi erano i testi fondamentali di riferimento per le punizioni da infliggere a coloro che praticavano la magia e per quelli che si lasciavano attirare da tali pratiche. Si trattava di punizioni e penitenze abbastanza leggere che, col tempo, furono pesantemente aggravate.
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GREGORIO IX – Pontefice.
Anno 1233 – VOX IN ROMA
Bolla pontificia che istituisce l’istituto della “santa inquisizione”.
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INNOCENZO IV – Pontefice.
Anno 1252 – AD EXTIRPANDA
Bolla pontificia che prevedeva ed autorizzava gli inquisitori ad applicare la tortura sugli indagati.
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GIOVANNI XXII – Pontefice.
Anno 1320 – SUPER ILLIUS SPECULA
Bolla pontificia per la sistematica definizione dei reati di magia e la regolamentazione delle pene previste.
Questo papa indossava costantemente un “talismano”, donatogli dalla contessa Margherita di Foix, che lo proteggeva da eventuali cibi avvelenati, cosa assai frequente alla corte papale.
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BERNARDO GUI – Teologo e inquisitore.
Anno(1320) – PRACTICA INQUISITIONIS HAERETICAE ET PRAVITATIS
Tra altre cose, sulla pratica delle invocazioni demoniache, estende l’accusa di stregoneria anche a coloro che eseguivano la raccolta delle erbe officinali.
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UNIVERSITA PARIGI – Facolta’ di teologia.
Anno 1328 – VENTINOVE ARTICOLI SULLA STREGONERIA
Questi articoli definiscono “giuridicamente” il reato di stregoneria distinguendolo in due tipi: la stregoneria naturale e la stregoneria eretica. Si stabilisce che la stregoneria eretica e’ strettamente legata ad un patto demoniaco.
* * * * *
In seguito altre universita’ contribuiranno alla definizione della teoria demonologica, sia mediante scritti, sia con risposte dirette ai quesiti che a volte i magistrati ponevano. Tutto cio’ contribui’ ad assicurare un supporto “giuridico” che scaricava la coscienza dei giudici fornendo comode giustificazioni al loro operato.
NICOLAU EYMERICH – Frate Domenicano, Inquisitore.
Anno 1376 – DIRECTORIUM INQUISITORUM
(V. Appendice)
CLAUDE THOLOSAN – Giudice del Delfinato per processi di stregoneria.
Anno 1436 – UT MAGORUM ET MALEFICORUM ERRORES
JOHANNES NIDER – Domenicano, teologo ed inquisitore.
Anno 1457 – FORMICARIUS
JEAN VINETI – Teologo ed inquisitore di Carcassonne.
Anno 1450 – TRACTATUS CONTRA DAEMONUM INVOCATORES
Distingue la streghe in due categorie: quelle antiche, gia’ trattate nel Canon Episcopi, e quelle dei suoi tempi, giudicate particolarmente pericolose perche’ appartenenti ad una oscura setta demonolatrica. Mentre per quelle antiche (ormai inesistenti) propone una blanda punizione (penitenza), per quelle moderne prevede la pena di morte, al fine di legittimare tutto l’apparato inquisitorio e i relativi proventi.
NICOLO’ V – Pontefice.
Anno 1451 – CONTRA SACRILEGOS ET DIVINATORES
Bolla speciale destinata all’inquisitore generale delle Fiandre ed ai suoi accoliti con esplicita esortazione ad agire con decisione contro i nemici sacrileghi del cristianesimo.
NICOLAS JACQUIER – Teologo.
Anno 1458 – FLAGELLUM HAERETICORUM FASCINARIORUM
Definisce le streghe come una setta demoniaca che si e’ opposta ed ha combattuto l’autorita’ della chiesa sin dai primordi.
SISTO IV – Pontefice.
Anno 1475 – BOLLA PAPALE
Conferma e ribadisce quanto gia’ disposto dai suoi predecessori.
INNOCENZO VIII – Pontefice.
Anno 1484 – SUMMIS DESIDERANTES
Bolla che convalida in anticipo l’opera di due scrittori, Sprenger e Kramer, i quali si accingevano a pubblicare le loro nuova opera (Malleus Maleficarum).
BERNARDO RATEGNO – Domenicano Inquisitore
Anno 1485 – LUCERNA INQUISITORUM HAERETICAE PRAVITATIS
Manuale per la persecuzione delle streghe nel territorio comasco.
SPRENGER E KRÄMER – Jacob Sprenger, professore di teologia a Colonia e inquisitore per la regione renana.
Heinrich von Krämer (detto Institor-Institoris), gia’ allora ritenuto affetto da turbe psichiche; teologo e inquisitore per la Germania meridionale.
Anno 1486 – MALLEUS MALEFICARUM
Questo testo convalidato dalla precedente bolla Summis Desiderantes, ha avuto 29 edizioni ed e’ stato tradotto dal latino in italiano, francese e tedesco.
E’ una delle opere piu’ ignobili mai prodotta sotto l’egida della chiesa. Rappresenta la massima espressione dell’ignoranza umana, della perversione, del cieco fanatismo e di una misoginia spinta all’estremo limite; tanto da affermare, in maniera assoluta ed inequivocabile, il legame intercorrente tra il sesso femminile ed il demonio.
Per queste sue “qualita” il testo e’ diventato la base ed il riferimento di altri scritti analoghi succedutisi nel tempo, tipo: “Summa Contra Maleficas” ed altri simili.
ULRICH VON MÜLLER – (Detto Molitoris). Dottore in Diritto Canonico e procuratore a Costanza.
Anno 1489 – DE LAMIIS ET PYTHONICIS MULIERIBUS
Trattato di teorie stregonesche.
PIERRE MAMORIS – Teologo ed inquisitore.
Anno 1490 – FLAGELLUM MALEFICARUM
Il testo contiene la prima completa definizione del concetto di “sabba”.
ULRICH TENGLER – Governatore di Hochstadt.
Anno 1510 – LAYENSPIEGEL
SILVESTRO MAZZOLINI – Domenicano, detto anche Prierias.
Anno 1514 – SUMMA SUMMARUM
E’ una specie di dizionario teologico.
Anno 1520 – DE STRIGIMAGARUM DAEMONUNQUE MIRANDIS
Distingue tra le streghe frequentatrici del sabba e quelle, meno pericolose, che partecipano al “Corteo di Diana”.
PAULUS GRILLANDUS – Magistrato pontificio.
Anno 1524 – TRACTATUS DE HAERETICIS ET SORTILEGIIS
JEAN BODIN – Inquisitore.
Anno 1586 – DE LA DEMONOMANIE DES SORCIERES
. Giurista di fama, nel suo trattato nega che alle streghe possano essere applicate le abituali norme processuali.
Stabilisce che un bambino di tre anni, appena in grado di parlare, possa accusare i propri genitori di stregoneria.
Stabilisce inoltre che le streghe debbano essere bruciate vive ma a “fuoco lento”.
GIACOMO VI-GIACOMO I – James Stuart: re di Scozia e, dal 1601, re d’Inghilterra.
Anno 1590 – DAEMONOLOGIE
NICOLAS REMY – Procuratore della Lorena, al soldo del duca Carlo III. Si vantava di aver fatto condannare 800 streghe in 16 anni.
E’ una vocazione che Remy aveva sentito sin dall’infanzia quando, mentre giocava per le strade di Tolosa, “il Diavolo si divertiva come un matto a tirargli delle pietre nelle gambe”.
Anno 1595 – DEMONOLATREIAE
MARTIN ANTON DEL RIO – Inquisitore.
Anno 1600 – DISQUISITIONUM MAGICARUM – LIBRI SEX
Questo lavoro e’ stato ristampato ben 20 volte. E’ un vero e proprio vademecum di stregoneria. Un manuale enciclopedico di uso pratico per il “perfetto inquisitore”.
HENRI BOGUET – Giudice in Borgogna.
Anno 1602 – DISCOURS DES SORCIERES
Questo testo ha avuto 8 edizioni.
FRANC.MARIA GUAZZO – Francescano e Inquisitore.
Anno 1608 – COMPENDIUM MALEFICARUM
L’autore ha inserito nel testo numerose xilografie per meglio illustrare i suoi concetti: seduzione della strega, bacio del culo, ecc.
PIERRE DE LANCRE – Giudice nei Paesi Baschi.
Anno 1612 – TABLEAU DE L’INCONSTANCE DES MAUVAIS ANGES ET DEMONS
Dotato di illustrazioni esplicative.
WILLIAM PERKINS – Inglese di confessione puritana.
Anno 1613 – DISCOURSE OF THE DAMNES ART OF WITCHCRAFT
CRISTIANO IV – Re di Danimarca.
Anno 1617 – ORDINANZA SPECIALE CONTRO LA STREGONERIA
Pur non essendo un testo specifico ha avuto un peso notevole nello scatenare numerosi processi contro sospetti di stregoneria, a Copenhagen ed Elsinore.
BENEDIKT CARPZOV – Inquisitore e giurista luterano.
Anno 1635 – PRACTICA NOVA INPERIALIS SAXONICA RERUM CRIMINALIUM
Raccolta di sentenze esemplari della Corte di Lipsia, ristampata 9 volte.
TRIB. INQUISIZIONE – Tribunale dell’inquisizione di Bologna.
Anno 1679 – SACRO ARSENALE
Manuale in uso presso il tribunale per individuare e processare le streghe.
JOSEPH GLANVIL – Rettore della Abbey Church di Bath (Inghilterra).
Anno 1681 – SADDUCISMUS TRIUMPHATUS
AUTORI VARI – Generalmente teologi, magistrati e inquisitori.
Anno **** – MANUALI PRATICI PROCESSUALI
Durante i tre secoli in cui duro’ il genocidio delle streghe, gli inquisitori seppero organizzarsi per una sempre piu’ spedita celebrazione dei processi.
Ai primi “manuali ufficiali” vennero ben presto ad aggiungersi i “manuali personali” che ciascun giudice compilava annotando caratteristiche, particolarita’, andamento del processo e relativa sentenza. In un secondo tempo tali manuali passavano di mano, affidati a nuovi giudici e ulteriormente aggiornati.
Venne, col tempo, a costituirsi un corpus giuridico, in grado di dirimere ogni dubbio procedurale, ricco di molteplici informazioni pratiche sulla natura del Diavolo, sulla ricerca del marchio satanico, su metodi e misura nell’applicazione della tortura, sulle modalita’ di esecuzione delle sentenze, ecc.
Alcuni di questi manuali contenevano anche suggerimenti per questionari gia’ predisposti per l’interrogatorio delle vittime; tanto per non dimenticare l’essenziale!
§ 15 – IDENTIKIT DEL DIAVOLO
Il Diavolo (Satana) è stato un tipico prodotto dell’assurda e dequalificante contro-cultura del clero cristiano medioevale. Questa e’ pertanto una ricostruzione dell’immagine del Diavolo fatta sulla base delle baggianate contenute nei testi di alcuni dei “Corvi” elencati al § 14.
Come aspetto fisico è stato definito:
• figura genericamente antropomorfa
• colore grigio-nero, nero o nerissimo
• ali membranate (tipo pipistrello)
• barba di tipo caprino
• ha un solo dente di cui si serve per marchiare le streghe (non tutti gli autori concordano)
• cervice dotata di grandi e robuste corna
• piedi forcuti
• pelle grinzosa
• dotato di lunga coda con terminale peloso o forcuto
• dotato di grandi mammelle
• privo di circolazione sanguigna sostituita da acqua congelata
• organo sessuale con le seguenti caratteristiche:
o straordinariamente grande e lungo
o pesantissimo
o fatto in parte di ferro e in parte di carne e rivestito con scaglie di materiale corneo
o costantemente in posizione eretta ed in bellavista
o temperatura gelida
o emissione di sperma freddo come il ghiaccio.
Solitamente si presenta nudo. Quando pero’ tenta di circuire o ingannare qualcuno ricorre a vari mascheramenti come, ad esempio:
• assume le sembianze di un bellissimo giovane
• sempre elegantemente vestito
• dotato di calzature o stivali per nascondere i piedi forcuti.
Comunque, anche se mascherato, e’ facile avvertire la sua presenza in quanto puzza di zolfo.
Bisogna poi stare molto attenti perche’ puo’ penetrare, sotto forma di bestie immonde, nel corpo di una persona (preferibilmente donna) generando una terribile possessione demoniaca, o privando istantaneamente un uomo dell’organo maschile.
Analogamente a quanto gia’ fatto dalla chiesa in precedenza nella definizione della gerarchia angelica, che comprende entita’ che vanno dagli arcangeli ai ….cherubini, anche il Diavolo ha a sua disposizione una gerarchia di entita’ infernali, con compiti specifici e ben definiti.
Evitiamo quindi certe confusioni!
Il nome proprio del Diavolo e’ SATANA; altri nomi usati impropriamente e con i quali si tende a confondere le idee, sono pertinenza di demoni, piu’ o meno importanti e con compiti particolari, agli ordini ed alle strette dipendenze del Diavolo; si intende qui’ parlare di:
• Asmodeo
• Astarotte
• Baal
• Baphomet
• Behemoth
• Belfagor
• Belial
• Belzebu’
• Berlicche
• Iblis
• Leviatano
• Lucifero
• Malcommetto
• Mammone/a
• Manometto
• Mefistofele
• Messer Gaio
• Messer Leonardo
• Principe delle tenebre
• Salvanello
• Tizia
• ecc.
• ecc.
Oltre ai detti personaggi, che vanno per la maggiore, esite poi il grande esercito dei demoni non qualificati (la bassa truppa), che qualche genio ha preteso di contare e quantificare. Rammentiamo qui’ alcuni di questi geniali ed impegnati studiosi:
• il teologo spagnolo Alfonso Lopez De La Spina ne ha contati 133.306.668
• il teologo Sigmund Feyerabend, nel 1569, era gia’ arrivato a 26 miliardi
• altri ignoti volenterosi non si sono spinti oltre i 6.700.000.
Particolarmente importanti, per quel che riguarda la cerimonia del sabba, sono i demoni “incúbi e succúbi”, che i “corvi” di § 14 si sono affrettati ad inventare a naturale completamento delle loro idiozie. Pertanto, tra i partecipanti al sabba:
• i demoni incúbi rappresentano una particolare gratificazione fatta dal Diavolo alle streghe: essi avevano il compito di soddisfare i desideri sessuali delle partecipanti con un coito di natura “glaciale”;
• analogamente i demoni succúbi dovevano assogettarsi alle voglie di eventuali partecipanti di genere maschile.
Alcuni teologi, esperti demonologi, hanno sostenuto che l’Inferno sia organizzato come una struttura/sistema feudale del quale e’ capo un Imperatore (Satana), a cui sono sottoposti:
• sette re (Asmoneo, Astarotte, Baal, ecc.)
• una ventina di duchi
• dieci marchesi
• undici conti
• e alcuni presidenti
Altri invece sostengono l’esistenza di una “Corte Infernale”, dove l’Anticristo sarebbe il buffone di corte e Mammone il tesoriere; esisterebbero poi coppieri, siniscalchi, panettieri, ecc.
Altri ancora danno per certo che l’Inferno e’ strutturato come un esercito con tanto di generali, colonnelli, capitani, marescialli, ecc. a capo di legioni di diavolacci brutti e cattivi.
La demonologia era rimasta a lungo poco studiata in ambiente europeo (mentre nel Vicino Oriente era stata oggetto di studio da parte di manichei, zoroastriani, iazidi, gnostici, sufi, ecc.). Solo in epoca piu’ tarda inizio’ a svilupparsi anche da noi un “catalogo” di diavoli – e poi anche di angeli – con relativi attributi ed inquadramento gerarchico (re, principi, generali dell’Inferno, ecc.) Tant’e’ che, mentre nel ‘300 Dante dovette inventarsi i nomi dei diavoli e degli angeli, nel corso del ‘500, sia a seguito del neoplatonismo e di contatti con la Cabala, (a sua volta in sviluppo) sia a seguito del maggiore interesse causato dai processi alle streghe, inizio’ a svilupparsi quella cultura delle potenze celesti ed infernali che sfocio’ nei trattati di demonologia del ‘600 e dei secoli successivi.
(Rif. 105)
§ 16 – LA RICERCA DEL CONSENSO
Reinventare il Diavolo e demonizzare streghe e guaritrici non sarebbero stati comunque elementi sufficienti per convincere anche i piu’ sprovveduti non solo ad accettare il massacro che si stava prospettando ma anche a farlo ritenere “opera santa” finalizzata a salvare l’unica vera fede e la santa e proterva madre chiesa.
Era necessario che quel vago timore, da sempre nutrito dalla gente nei confronti della strega, si tramutasse in terrore e in odio furibondo. Per ammazzare impunemente le streghe occorreva che la massa credesse ciecamente nei poteri demoniaci delle streghe stesse.
Il clero si mise quindi alacremente all’opera per realizzare un colossale lavaggio del cervello, ricorrendo a molti artifici e indicando dal pulpito la strega come unica fonte di tutti i mali che affliggevano la societa’. Tra le tante iniziative:
• venne imposta la lettura in chiesa delle accuse e delle sentenze di condanna delle streghe
• la stessa lettura veniva eseguita in pubblico poco prima dell’esecuzione
• si tenevano martellanti prediche contro la stregoneria durante i processi e prima dell’esecuzione
• si organizzavano turni di preghiera collettiva
• si tenevano sermoni di natura tale da indurre gli stessi fedeli a “vigilare” e a individuare possibili streghe nell’ambito della propria famiglia e tra i conoscenti e chi non collaborava era minacciato di scomunica
• le sedi dei processi furono trasferite in citta’, o in grossi borghi, e le esecuzioni fissate nei giorni festivi per favorire la massima affluenza del pubblico (prima si ascolta la messa e poi si assiste al rogo!)
• molti preti divennero famosi per lo zelo con cui individuavano e deferivano all’inquisizione i presunti colpevoli di stregoneria (regione del Cambresis)
• in alcune parrocchie gli inquisitori affissero delle lettere e dei bandi sollecitando categoricamente la delazione da parte dei fedeli (Franca Contea, 1657)
• catechismo e prediche contribuirono a diffondere quei concetti di:
o patto col Diavolo
o sabba
che la massa ancora ignorava
• il clero sviluppo’ ed alimento’ un assurdo sentimento repressivo nei confronti della sessualita’ in generale ritenendola di per se stessa, atto ispirato dal demonio ed, in qualche occasione, riconducibile ad atto di vera e propria stregoneria.
Prima la chiesa cattolica e poi quella riformata definirono quindi in maniera assurdamente teorica un concetto di stregoneria sino ad allora sconosciuto e lo imposero ad una societa’ ignorante ed asservita per togliere di mezzo quelli che ritenevano in definitiva, potenziali nemici e concorrenti ai loro interessi di bottega.
Era inammissibile che una strega riuscisse a curare, con i suoi preparati, dei malanni sui quali preghiere e benedizioni non avevano avuto effetto!!
Un altro fattore che contribui’ a portare la persecuzione a livelli allucinanti fu l’adozione, in quasi tutta l’Europa, del sistema giuridico inquisitorio.
Ancora oggi, in qualche paese della Lunigiana, sono visibili, sopra gli ingressi delle case, strane sculture (faccioni) a suo tempo disposte per tenere lontane le streghe e/o gli spiriti demoniaci.
§ 17 – SISTEMA INQUISITORIO
Affermatosi lentamente in tutta Europa (salvo poche eccezioni), nel corso del 1200-1300, questo sistema fu “la manna caduta dal cielo” per tutti gli inquisitori e permise loro, restando impuniti, di esercitare ogni genere di barbarie.
Questo sistema, eliminando la responsabilita’ diretta del denunciante, delegava il compito di sostenere l’accusa al magistrato che poteva agire e disporre, indisturbato e protetto dalla chiesa e dal sistema, sia sulla base di “soffiate” di anonimi delatori, sia agendo personalmente sulla base di sue personali e prevenute “sensazioni”.
Il sistema inquisitorio prima e l’adozione della tortura quasi subito dopo, facilitarono enormemente e misero nelle mani degli inquisitori un’arma potentissima ed incontrollabile. Le raccomandazioni di moderazione nell’uso di questi strumenti, da parte di principi e governanti illuminati, caddero quasi sempre nel vuoto.
Eliminata la responsabilita’ diretta dei delatori anonimi e quindi protetti da possibili ritorsioni, una miriade di individui si senti’ in dovere di denunciare per motivi di vendetta, invidia, rivalsa, illeciti guadagni ed altri bassi istinti, persone innocenti trascinate in processi di stregoneria dai quali si usciva, nella maggior parte dei casi, per la via del rogo.
Le garanzie per l’imputato vennero totalmente cancellate; pochissimi di essi potevano permettersi un difensore che in pratica era impotente contro il sistema. Era sufficiente la dichiarazione di due testimoni dell’accusa e la confessione strappata con la tortura per essere mandati a morte.
Per quanto riguarda i tribunali interessati essi si possono ripartire in due categorie:
• tribunali ecclesiastici (inquisizione in senso stretto) che avevano il compito di individuare e smascherare i delitti di stregoneria, formulare le accuse e poi consegnare l’imputato ai tribunali laici (secolari) per lo svolgimento del processo (il lavoro sporco).
Questo per un motivo tanto semplice quanto ipocrita: il prete e’ ministro di Dio in terra e quindi “santo e buono” per definizione; pertanto il prete non puo’ esercitare atti di violenza su nessuno, streghe comprese
• tribunali secolari (magistratura ordinaria) che, alla pari dei tribunali ecclesiastici, potevano individuare, arrestare e condurre il processo dei presunti colpevoli (con il beneplacito degli inquisitori), facendosi carico anche del “lavoro sporco” che la chiesa ipocritamente rifiutava: tortura, esecuzione, ecc.
In alcuni di questi tribunali, a volte ma non sempre, era prevista la presenza di una giuria popolare laica che aveva il compito di emettere il verdetto finale.
Occorre ora una precisazione importante.
In determinate circostanze, quando l’accusato era persona ricca ed influente (e quindi poteva permetterselo) era ammessa la presenza di un avvocato difensore che, se in sede processuale, ben poco poteva contro la furia cieca ed ottusa degli inquisitori locali, diventava importante in seguito per il ricorso in appello contro la sentenza, in quegli stati ove era prevista una Corte Suprema alla quale appellarsi.
E’ necessario rammentare che, all’epoca della caccia alle streghe, l’ Europa era frammentata in una congerie di staterelli (piccoli regni, ducati, principati, ecc.) molti dei quali non prevedevano gradi di magistratura superiore, quali i 9 Parlaments francesi, Corti Imperiali d’Appello ed altre strutture del genere che non sempre esistevano o erano operanti.
Tutto questo spiega, almeno in parte, il divario riscontrato tra i processi istruiti e le esecuzioni eseguite (dal 50 al 90% dei processi).
Entrambe le strutture partivano dal presupposto che:
l’accusato era colpevole sino a dimostrazione del contrario.
Se era innocente sarebbe stato certamente protetto da dio e quindi in grado di sopportare qualsiasi angheria, compresa la tortura. Altro presupposto importante sanciva che se durante il processo:
– l’accusata taceva era un segno palese che il Diavolo la sosteneva
– l’accusata parlava per negare e difendersi allora si dava per scontata la sua complicita’ col Diavolo.
Un particolare va notato: molti processi vennero attivati a seguito di specifiche denunce di soggetti che, “in buona fede”, ritenevano di essere stati vittime e danneggiati da qualche sortilegio (la perdita del raccolto per una grandinata, la moria del bestiame ed altro). In questi casi i tribunali non ebbero esitazioni a ritenere la presunta strega colpevole del maleficio, ma nessuno di essi stabili’ una quota di “risarcimento danni” a favore dei denuncianti. Tutto cio’ che si poteva carpire alla vittima, mediante il sequestro dei beni, finiva invariabilmente nelle tasche dei magistrati e dell’inquisizione.
§ 18 – IL PROCESSO
Riportiamo di seguito le fasi sequenziali piu’ importanti attraverso le quali si svolgeva un processo di stregoneria con il sistema inquisitorio. La sequenza e’ quella che si puo’ ricavare dall’esame degli atti processuali esistenti e dalle indicazioni riportate sui manuali citati nel § 14.
Non e’ detto che questa sequenza fosse sempre rispettata; alcune fasi potevano essere omesse ed alcune altre reiterate. Comunque questo e’ l’iter piu’ logico e completo comunemente accertato.
La tendenza a spettacolarizzare il processo era molto marcata; si cercava di dare il massimo di pubblicita’ al dibattito e a protrarlo nel tempo (sopratutto se l’accusato era benestante).
Un’altra caratteristica era quella di annotare e verbalizzare ogni atto, dichiarazione o evento processuale con estrema pignoleria; questo ha consentito agli storici di ricostruire, con molta precisione, lo svolgimento di alcuni processi molto significativi.
Normalmente la verbalizzazione degli atti processuali veniva affidata ad un notaio patentato.
§ 18.1 – IL PROCESSO: SOSPETTI ED ACCUSE
Nel periodo di massimo furore persecutorio delle streghe, essere accusati di aver fatto un patto col Diavolo e praticare malefici era una cosa facilissima, specie nelle campagne, nell’ambito di piccoli miserabili villaggi.
Erano necessarie alcune condizioni, assai frequenti nel contesto sociale in cui era maturata questa follia:
• essere donna
• essere sola ed indipendente
• vivere miseramente ai margini della societa’
• vivere di elemosina, sovente richiesta con insistenza.
In alcuni casi, e senza altre motivazioni, il sussistere di una o alcune di queste condizioni fu piu’ che sufficiente per provocare l’arresto “d’ufficio” ed avviare il processo per stregoneria.
Molte di queste persone, pur essendo delle miserabili, venivano arrestate come “esca” da cui ottenere, con la tortura, i nomi di altre persone, presunte complici, economicamente piu’ dotate e quindi in grado di arricchire, con successivi processi, i magistrati, il clero e tutti gli altri appartenenti all’apparato giudiziario.
In altri casi invece la vittima veniva accusata da testimoni di comodo, ai quali era garantito l’anonimato ed una adeguata ricompensa, disposti a giurare il falso su fatti e circostanze che oggi possono apparire come dementi.
Quello che segue e’ un campionario, ovviamente incompleto di circostanze e di atti anche innocenti che potevano aprire la strada verso il rogo:
• non praticare alcuna religione
• non andare regolarmente in chiesa
• non rispettare il riposo domenicale
• avere pronunciato qualche bestemmia
• fornicare e prostituirsi
• essere sospetti di adulterio
• aver abortito o aiutato ad abortire
• accennare qualche passo di danza in prossimita’ o attorno ad un fuoco, sole o in compagnia
• possedere un rosario privo della relativa crocetta
• tenere in grembo, accarezzare e/o nutrire un gatto nero (§31 – Gatti e demoni)
• pronunciare preghiere o fare atti di devozione in chiese in rovina e sconsacrate
• tenere in casa un galletto nero
• raccogliere erbe e radici durante la festa di S. Antonio
• raccogliere erbe e radici genuflessi verso oriente
• essere omosessuali
• aver curato con pozioni o unguenti un infermo che poi era morto
• praticare in genere l’arte di curare con le erbe
• aver pronunciato, nel corso di un litigio, parole oscure ritenute maledizioni in grado di procurare il “malocchio” e la “malasorte”
• essere figlia/figlio di donna gia’ condannata per stregoneria
• avere inveito e/o minacciato qualcuno che aveva rifiutato l’elemosina.
Questo e’ dunque un campionario delle banalita’ che, se opportunamente testimoniate da qualcuno, potevano provocare l’arresto ed il processo.
Era sufficiente che in qualche sperduto villaggio accadesse qualcosa di insolito come:
una qualsiasi disgrazia, una grandinata, la morte improvvisa di una persona, una malattia, un incendio, un furto, un naufragio, un infortunio ad un bimbo, la morte repentina di una vacca malnutrita
che subito il fatto veniva collegato all’opera malefica di una qualche mendicante brontolona passata, alcuni giorni prima, a chiedere l’elemosina o a qualche vicina/o particolarmente indisponente, di cui si desiderava liberarsi.
In altri casi le accuse erano piu’ specifiche e tali da lasciare intendere come la scusa della stregoneria fosse sovente un comodo mezzo per dirimere questioni familiari, politiche o per togliere dai piedi presenze fastidiose ed indesiderate.
Molte madri di famiglia dispotiche ed autoritarie verso il marito o i figli adulti, furono accusate di stregoneria dai loro stessi congiunti e tolte di mezzo.
Se poi una donna sola era ricca ed esercitava una qualche influenza nell’ambito della comunita’ locale, un’accusa di stregoneria ben congegnata consentiva a lontani parenti e ai magistrati di appropriarsi e spartirsi il patrimonio senza tanti problemi di successione.
Per inciso, Giovanna d’Arco fini’ sul rogo non solo per motivi politici, insufficienti ad una tale condanna, ma in quanto accusata anche di essere strega ed aver eseguito riti pagani danzando intorno al grande faggio magico di Domrémy ed averne adornato i rami con ghirlande di fiori; se si fosse trattato solo di delitto politico o di tradimento avrebbe dovuto essere decapitata o strangolata.
Nei paesi originariamente celtici le sacerdotesse del culto locale (druidesse), man mano che l’invasione cristiana procedeva, vennero dichiarate streghe per definizione. Pur non potendo essere accusate di aver fatto un patto col Diavolo, le druidesse erano invise al clero in quanto concorrenti della bottega cristiana e, sopratutto perche’, pur essendo donne esercitavano funzioni sacerdotali; cosa assolutamente inconcepibile all’assurda misoginia dei sacerdoti cristiani.
La strega era, nella maggior parte dei casi, persona indigente e miserabile che vivacchiava con la raccolta dei frutti spontanei che la natura offriva e di elemosine sovente negate. Nelle campagne dove l’assistenza medica era sconosciuta (e persino impensabile), la strega cercava di trarre sostentamento sfruttando quelle nozioni che le erano state tramandate, preparando rimedi a base di erbe da vendere o scambiare con cibo con quanti erano nella necessita’ di curarsi. Questo la rendeva sospetta e quindi perseguibile, da parte della chiesa, per almeno due ragioni:
• la malattia veniva considerata e predicata dalla chiesa come un “castigo divino” per i peccati commessi e pertanto gli unici rimedi possibili, per i poveracci, erano il pentimento e la preghiera. Era temerario anche il solo pensare che potessero esserci altri rimedi al di la’ della superstizione cristiana.
• pero’ chi aveva quattrini poteva indurre il padreterno a chiudere un occhio ricorrendo a rimedi del tutto simili a quelli delle streghe, preparati nelle cantine dei monasteri da monaci erboristi e/o alchimisti; verso di essi la strega, con le sue modeste pretese, si poneva in fastidiosa concorrenza.
• restava comunque mal vista la concorrenza tra i medici “laureati”, provenienti dall’ambiente universitario ortodosso e le erboriste, mammane, ecc. che si muovevano in un ambiente teologicamente sospetto.
E’ interessante rileggere a questo proposito SHAKESPEARE, Romeo e Giulietta, Atto II, Sc.III – La cella di Frate Lorenzo.
§ 18.2 – IL PROCESSO: L’ARRESTO
Su ordine del magistrato o dell’inquisizione almeno quattro militi venivano incaricati di arrestare la presunta strega, giocando sul fattore sorpresa.
L’arrestata doveva essere immediatamente posta dentro una grossa cesta e condotta in carcere tenendola ben sollevata da terra. Si riteneva che se la strega avesse toccato terra avrebbe potuto acquisire la forza di resistere a qualsiasi tortura procurandosi il cosidetto “maleficia taciturnitatis”.
Anche il fattore sorpresa era importante in quanto la strega, se messa in allarme, avrebbe potuto volare via a cavallo di una scopa o di un animale, oppure acquisire il maleficia taciturnitatis:
• bevendo un miscuglio di acqua, vino e menta
• mangiando una focaccia impastata con il latte di una madre e di una figlia
• inghiottendo del sapone ammollato in acqua
• uccidendo un neonato, non ancora battezzato, bruciandolo e cospargendosi il capo con le sue ceneri.
§ 18.3 – IL PROCESSO: IL MARCHIO DEL DIAVOLO
Durante i processi di stregoneria la ricerca del marchio era un atto propedeutico ed indispensabile per la prosecuzione del processo stesso e per l’applicazione della tortura.
Quindi all’inizio del processo la strega veniva denudata e rasata dalla testa ai piedi in modo da rintracciare sul suo corpo quel marchio che provava indiscutibilmente il suo patto demoniaco.
Secondo i saggi inquisitori:
• non poteva esistere strega che non avesse fatto un patto col Diavolo
• non poteva esistere patto che non fosse segnato dall’indispensabile marchio.
La ricerca del marchio, se questo non era subito e chiaramente individuabile, poteva durare ore, a volte giorni, nel qual tempo zelanti ed esperti pungitori trafiggevano il corpo della vittima, comprese le parti piu’ intime, con degli spilloni per individuare e far risaltare il segno nascosto.
Si supponeva che il patto col Diavolo potesse essere stipulato in varie occasioni, per esempio nel corso di particolari cerimonie solenni notturne, alle quali partecipavano streghe ed aspiranti tali. Nel corso di tali cerimonie le streghe evocavano il Diavolo e lo onoravano uccidendo neonati e bevendo il loro sangue.
Pero’ la maggior parte degli autori di § 14 riteneva che le cose avvenissero in altro modo e che fosse il Diavolo a scegliere ed adescare la donna (o l’uomo) con cui stipulare il patto, secondo una procedura abbastanza convenzionale:
• Di solito il Diavolo assumeva l’aspetto di un bel giovane, molto elegante ed appariva alla candidata strega adescandola con l’offerta di appetitose ricompense, concessione di poteri personali o promesse di travolgenti appagamenti sessuali, cosa quest’ultima assai apprezzata e gradita da parte delle donne di una certa eta’ e sole al mondo.
• La candidata doveva ripudiare la fede cristiana, sputando e calpestando un crocifisso o altra imagine sacra.
• La strega veniva poi ribattezzata nel nome di Satana e gli rendeva omaggio baciandogli il sedere.
• Qualche volta (non tutti concordano) la strega riceveva in dono una moneta, destinata a trasformarsi in una pietra inutile, non appena il patto fosse stato concluso.
• Il patto veniva redatto e sottoscritto col sangue su di una pergamena vergine e conteneva una dichiarazione formale del seguente tenore:
“Mi impegno a ricompensare il mio signore Satana, tra venti anni, di tutti i doni che Egli mi fara’. Con questo patto gli concedo il mio corpo e la mia anima di cui potra’ disporre a suo piacimento.”
• Infine la nuova strega riceveva dal Diavolo un marchio in un punto ben nascosto del corpo; in genere nelle parti intime, ma non sempre. Il marchio poteva consistere nella particolare disposizione di alcuni nei, un segno sulla pelle avente la forma di una zampa di pollo, oppure il cosidetto “occhio del Diavolo” che consisteva in uno speciale neo collocato nella parte interna di una coscia, in prossimita’ della vagina.
Il marchio poteva anche essere invisibile e consistere in una piccola parte dell’epidermide resa insensibile al dolore e non sanguinante se trafitta. In determinate occasioni, al fine di individuare comunque il marchio, vennero usati particolari spilloni con punta rientrante quando erano premuti sul corpo della vittima. In questo caso la mancanza di dolore veniva interpretata come chiaro segno dell’esistenza del marchio. Questi spilloni con la punta retrattile furono inventati, all’inizio del seicento, dal medico inglese Hopkins per facilitare il lavoro degli inquisitori.
Alcuni testi, riferiti alle streghe nostrane, affermavano che dopo un iniziale consenso al patto, il Diavolo portasse la donna in volo al “Grande Noce di Benevento”, sotto il quale riceveva il giuramento della nuova adepta.
Qualche volta il Diavolo esagerava. Nel 1657, sul corpo di Janet Bruce, una strega scozzese, gli attenti ricercatori di marchi ne trovarono quattro.
Diventata strega a tutti gli effetti, la nuova adepta aveva la facolta’ di invocare il Diavolo, o altri demoni, e ricevere precise istruzioni e sostegno nell’operare malefici, comporre pozioni ed unguenti diabolici e apprendere formule segrete e simboli magici.
§ 18.4 – IL PROCESSO: L’INTERROGATORIO
Dopo aver individuato sul corpo della vittima il marchio satanico (cosa che era del tutto scontata e che di per se meritava gia’ il rito purificatore del rogo), si procedeva all’interrogatorio, opponendo alle eventuali negazioni dell’accusata le dichiarazioni di comodo dei testi dell’accusa.
Comunque si riteneva la colpa accertata quando esistevano due testimoni oculari a carico oppure una confessione resa dall’accusata, spontaneamente o sotto tortura.
I testi dell’accusa erano solitamente degli sprovveduti ruffiani, sovente pagati sottobanco, disposti a giurare qualsiasi cosa come “l’aver visto la strega operare malefici e volare di notte a cavallo di qualcosa” ed altre assurdità del genere (la prova dello spettro). Qualche volta si trattava di persone che ritenevano di essere state lese dai malefici della strega a seguito di grandinate, morti improvvise di parenti ed altro.
Viceversa i testi a difesa erano quasi sempre assenti; chiunque avesse osato deporre a favore dell’accusata veniva automaticamente sospettato di complicita’ e correva il rischio di essere a sua volta processato.
L’interrogatorio procedeva secondo schemi quasi standardizzati e presumeva l’ammissione (confessione), senza riserve, di qualsiasi colpa gli inquirenti volessero addosssare alla vittima, pena il ricorso alla tortura.
L’idea della tortura incuteva un tale terrore nelle vittime che, pur di evitarla, molte confessavano in questa fase del processo i piu’ fantastici ed orrendi malefici, ritenendo che il rogo fosse ancora un male minore in confronto alla ferocia degli inquisitori.
Un altro motivo che poteva indurre l’accusata a confessare “tutto e subito” era la vaga e non sempre mantenuta promessa dei magistrati di commutare la pena di morte nel carcere a vita, nel bando o altre pene minori.
Malgrado la loro disponibilita’ iniziale molte accusate venivano ugualmente passate alla tortura quando l’inquirente, a fronte di risposte confuse dettate dalla paura, sospettava qualche reticenza.
§ 18.5 – IL PROCESSO: LA TORTURA
Occorre anzitutto distinguere tra due tipi fondamentali di tortura:
• la tortura punitiva
• la tortura inquisitoria
La tortura punitiva consisteva, in determinate occasioni, in un incremento di sofferenza e di dolore applicato ad un condannato prima della sua esecuzione capitale, come attanagliarlo con pinze roventi o altro. Era una cosa abbastanza frequente nel caso di condanna per il reato di lesa maesta’. Anche la gogna, le frustate, il taglio di una mano possono essere considerati atti di tortura punitiva.
Nell’ambito della persecuzione delle streghe questo provvedimento non risulta sia mai stato applicato.
La tortura inquisitoria venne invece pesantemente applicata (c. 90% dei casi) nel corso dei processi contro le presunte streghe. Lo scopo di questo provvedimento era duplice:
• la strega doveva confessare di aver commesso tutte le incredibili idiozie di cui l’accusavano gli inquisitori clericali o laici.
• La strega doveva denunciare i suoi complici o altre streghe di sua conoscenza allo scopo di attivare una catena di processi che, in definitiva, consentiva ai magistrati ed al clero di avviare una spirale persecutoria solitamente fonte di illeciti e cospicui arricchimenti. Un processo di stregoneria, oltre alla condanna della strega “esca”, comportava sempre la confisca dei suoi beni e di quelli della famiglia; questo in base alla consuetudine, entrata in uso dal 1184 ed anni seguenti, che aggiungeva alla pena del rogo anche la confisca.
E’ inutile sottolineare che portando la tortura a limiti di sofferenza insostenibili TUTTI sono disposti a confessare TUTTO quello che un inquisitore pazzo vuole si confessi:
Hai partecipato al sabba? Devi solo rispondere si o no ma ricordati che se rispondi no la tortura continua.
Il primo caso noto di applicazione della tortura a scopo inquisitorio risale al 1228, presso il tribunale della citta’ di Verona. L’esempio fu poi baldanzosamente seguito dal clero nel 1252 con la papale benedizione ed il sostegno di Innocenzo IV.
L’applicazione della tortura non competeva solo alle presunte streghe, anche i testimoni dell’accusa che si dimostravano reticenti potevano essere torturati onde ottenere testimonianze “adeguate” ed in linea con quello che gli inquisitori volevano sentirsi dire.
Si cercava di fare in modo – ma non sempre era possibile – che la vittima non morisse durante i tormenti; era necessario arrivare alla fine del processo e procedere, con gran chiasso, alla esecuzione in pubblico in modo che questa servisse da esempio.
Qualora pero’ la vittima morisse a causa dei tormenti i giudici non erano ritenuti responsabili; la colpa era attribuita al Diavolo che aveva anticipato la scadenza del patto, stipulato secondo quanto descritto in § 18.3, impossessandosi della sua preda prima che fosse ridotta in cenere sul rogo.
Non e’ mai stato accertato quanti accusati siano morti in carcere per le sofferenze subite e quanti altri si siano suicidati per non essere sottoposti ad altri tormenti. Un fatto e’ certo che nel 95% dei casi di esecuzione capitale si e’ trattato di accusati “confessi” in seguito alle torture subite.
La tortura poteva essere applicata piu’ volte in caso di sospetta reticenza o di ammissioni confuse. Nella città di Dreissigacher (Germania) si e’ arrivati al caso limite di torturare una vittima per 56 volte consecutive.
Amor di Dio e carita’ cristiana hanno fatto si’ che gli inquisitori escogitassero tormenti talmente raffinati che vale la pena di citarne qualcuno; il lettore impressionabile puo’ saltare a fine paragrafo:
• I tratti di corda. Venivano applicati normalmente per tre volte consecutive. Le mani della vittima venivano legate dietro la schiena e poi fissate ad una corda servita da carrucola. Sollevando la vittima da terra, con strappi piu’ o meno violenti, si produceva la lussazione degli omeri. Questo era il tipo di tortura piu’ frequente.
• Lo squassamento. E’ una variante del metodo precedente. La vittima veniva appesantita con carichi legati ai piedi, variabili tra i 15 ed i 25 chilogrammi. Uno strappo estremamente violento della corda produceva la fuoriuscita delle articolazioni delle braccia e, sovente, la rottura dei polsi.
• Il cavalletto. Tavolaccio sul quale la vittima era distesa con polsi e caviglie legati a funi che facevano capo ad un argano. L’azione dell’argano provocava lo stiramento degli arti con effetti simili ai due trattamenti precedenti. Questo tipo di tortura poteva essere protratto anche per 30-40 ore e con tensione crescente delle corde.
• La ruota: la figura non ha bisogno di commenti
• Le compressioni. Tra le piu’ comuni:
o viti per stritolare arti e dita
o ganasce a vite per la testa
o stritolatori per genitali maschili
o stivali con viti, da applicarsi a gambe e piedi.
• La sedia di ferro. Era una specialita’ tedesca. La vittima veniva fatta sedere nuda su di una sedia di ferro arroventata.
• Pinze e tenaglie:
o Le pinze venivano usate per strappare le unghie (Scozia)
o Le tenaglie arroventate si usavano per strappare lembi di pelle.
• Tormenti diversi. Applicati in varie localita’ secondo l’estro degli inquisitori:
o la vittima veniva costretta ad ingurgitare enormi quantita’ d’acqua (Spagna e Francia)
o le narici delle vittime venivano riempite di acqua e calce viva
o la vittima veniva stesa bocconi su di un letto di rovi e poi si passava lungo la spina dorsale un pesante rullo munito di aculei
o bruciature con alcool e zolfo cosparsi sul corpo delle vittime
o la vittima veniva incatenata ad un muro (o in piedi su di uno sgabello) e costretta a bastonate ad una veglia forzata per parecchi giorni, sino al totale istupidimento
o la culla di Giuda dove l’interrogato, legato mani e piedi, veniva fatto dondolare su di un cuneo che gli tagliava lentamente la pancia
o asportazione dei capezzoli femminili con lame taglientissime e cauterizzazione delle piaghe con colata di piombo fuso (specialita’ di alcuni inquisitori papali dell’Italia meridionale)
• Mutilazioni varie. Asportazione di occhi, orecchi, dita.
Al dolore fisico delle vittime occorre anche aggiungere (e non era cosa da poco) la cocente umiliazione dovuta alla totale nudita’ e alla perdita di deiezioni conseguenti all’incapacita’ di controllare i propri sfinteri.
Notare che a quei tempi la chiesa considerava peccaminoso spogliarsi nudi anche per prendere un bagno. In certe occasioni il bagno era permesso solo in presenza di un prete salmodiante (e probabilmente sporco come un maiale).
Tanto per citare qualche esempio:
• A Ringingen (Germania); la presunta strega Anna Spulerin fu privata degli occhi, delle orecchie e le furono strappate le braccia.
• Al presunto mago Fian gli zelanti inquisitori scozzesi applicarono gli stivali con tanta ferocia da frantumargli le ossa delle gambe e dei piedi sino a procurargli la fuoriuscita del midollo osseo.
§ 18.6 – IL PROCESSO: LA CONFESSIONE
Oggetto della confessione era tutto cio’ che il magistrato voleva sentirsi dire, sulla base di schemi prefissati, per cui il termine stesso “confessione” e’ del tutto pleonastico; si dovrebbe piuttosto parlare di
“ammissione cieca e senza riserve di fatti impossibili ed inesistenti”
C’erano comunque, nell’ambito dello schema confessionale, dei punti chiave, accuratamente verbalizzati, dai quali non si poteva prescindere.
• IL PATTO COL DIAVOLO. Dove, come e quando la strega aveva stipulato il patto demoniaco, nei termini gia’ riportati nel § 18.3. Patto che comunque era dato come dimostrato, senza ombra di dubbio, dal marchio puntualmente rinvenuto sul corpo dell’accusata.
• IL VOLO. Dato per scontato che tutte le streghe potevano “volare”, l’accusata doveva chiarire dove, quando e perche’ aveva volato e con quali degli accorgimenti dettagliati nel § 19.
• LA PARTECIPAZIONE AL SABBA. Nessuna strega poteva esimersi dal partecipare al sabba e rendere omaggio al Diavolo; quindi l’accusata doveva dare ampie informazioni sullo svolgimento della sarabanda, nei termini dettagliati al § 20.
• IL NOME DEI COMPLICI. Forse il punto piu’ importante della confessione e di tutto il processo. Si trattava di acquisire i nominativi di altri possibili colpevoli (complici di malefici, partecipanti al sabba) da processare, preferibilmente ricchi o almeno benestanti, per poterli convenientemente spolpare.
Alcune streghe cercavano di superare l’imbarazzo denunciando i nomi di persone gia’ decedute, cosa che gli inquirenti non accettavano e che comportava per l’accusata un nuovo giro in camera di tortura.
Altre furono costrette con atroci tormenti a denunciare i propri familiari sui quali l’inquisizione aveva gia’ messo gli occhi ed attendeva solo una scusa valida per poterli catturare.
Infine molte accusate, conscie di non aver piu’ nulla da perdere, colsero l’occasione per una tardiva vendetta (…si go da morir mi, vòi che ne mora anco delle altre), denunciando:
o coloro che in qualche occasione avevano astiosamente negato elemosina ed aiuto
o vescovi e preti appartenenti all’inquisizione
o nobili superbi ed intolleranti
o ricchi mercanti che tenevano egoisticamente stretti i cordoni della borsa
o gli stessi magistrati del tribunale e le loro mogli
o ecc.
Anche se molti nomi eccellenti vennero lasciati cadere, per ovvi motivi, nondimeno tutto questo contribui’ in seguito a generare quella massa di processi a catena, ai quali si accenna al § 21.
• MALEFICI E COLPE DIVERSE. Quelli che si ritenevano direttamente attuati dalla strega quali avvelenamenti, grandinate, naufragi, pestilenza del bestiame, unzioni, ecc. puntigliosamente elencati e dettagliati.
Quest’ultima parte non era pero’ molto importante; era una ulteriore motivazione (come se le altre non bastassero) per giustificare feroci sentenze e rendere soddisfazione ai delatori, a coloro che si ritenevano danneggiati ed agli sciocchi in generale.
§ 18.7 – IL PROCESSO: LA VIGILIA
Terminato il processo e pronunciata con molta enfasi la sentenza, le streghe condannate a morte venivano abbandonate su un mucchio di paglia in qualche fetida cella. Devastate dalla tortura e pressocche’ incapaci di muoversi, attendevano il giorno dell’esecuzione che, sovente, veniva rimandato allo scopo di farlo coincidere con un giorno festivo, per permettere ad un vasto pubblico e a qualche autorita’ di assistere al macello.
Ma per alcune streghe, giovani o ancora piacenti, questa attesa poteva trasformarsi in un ulteriore incubo. Gruppi di giovani per bene e timorati di Dio si mettevano d’accordo per perpetrare uno stupro collettivo della vittima, mediante la complicita’ dei carcerieri che, in cambio di un po’ di denaro, permettevano l’accesso alla cella e le reiterate violenze sessuali sui corpi di disgraziate incapaci di difendersi, straziate dalla tortura e con le membra disarticolate.
Era cosa abbastanza comune se si tiene conto, secondo la mentalita’ d’allora che:
• l’atto non era considerato peccato e non necessitava poi di confessione e penitenza.
Tutto sommato i bravi giovani (tra i quali anche qualche inquisitore) si rendevano meritevoli al cospetto di Dio per questo supplemento di sofferenza inflitto ad una creatura ritenuta e dichiarata “demoniaca”.
• I carcerieri si accontentavano di poco (sconto comitiva!) e quindi l’atto costava meno di quanto pretendesse una comune prostituta. E poi in questo caso si trattava di peccato da riportare in confessione.
L’esuberanza di queste pie comitive a volte era tale che la strega ne moriva; non bisogna dimenticare che poteva essere considerata e giudicata come strega anche qualsiasi bambina che avesse compiuto gli otto anni.
§ 18.8 – IL PROCESSO: L’ESECUZIONE
Sempre pubblica e molto spettacolarizzata, l’esecuzione contemplava come passo finale il rogo, inteso come atto di purificazione del mondo dalla presenza di un essere demoniaco, le cui ceneri dovevano poi essere disperse in qualche corso d’acqua.
Fermo restando quanto sopra, le modalita’ di esecuzione potevano variare secondo gli usi locali e l’estro dei persecutori.
Nel timore che qualche condannata potesse all’ultimo momento ritrattare in pubblico la sua confessione, in qualche caso si provvedeva ad inchiodare materialmente le labbra della vittima ad una tavoletta di legno, prima di trascinarla sul luogo del supplizio.
(A Giordano Bruno, eretico, venne applicato un boccaglio di legno dotato di chiodi conficcati nella lingua e nel palato)
In particolare, prima di essere arsa:
• in Inghilterra la vittima veniva impiccata
• in Germania, Scozia e alcune regioni francesi le vittime venivano strangolate con la garrota
• nel Principato di Ellwanghen le vittime erano passate a fil di spada
• in Svezia le vittime erano preventivamente decapitate.
In Italia, Francia e Spagna le vittime erano bruciate vive, subendo l’ultimo oltraggio di qualche chierico ipocrita che alzava davanti ai loro occhi una lunga croce nera.
Particolarmente spettacolari furono alcune cerimonie organizzate dagli inquisitori papali di Spagna, gli autodafè, durante i quali decine, se non centinaia, di vittime (streghe, eretici, ebrei, ….) vennero spietatamente massacrate.
Da non dimenticare la “variante” di Nicolas Remy. Quest’ultimo aveva introdotto l’obbligo di far assistere al rogo delle madri i figli minori di 10 anni facendoli nel contempo frustare a sangue.
§ 19 – IL VOLO DELLA STREGA
Per potersi recare al sabba, concetto base fondamentale della demonologia e giustificazione della caccia alle streghe, era necessario che la strega stessa potesse volare.
Problema che i “Corvi” del § 14 risolvettero facilmente basandosi su di un illustre precedente. Gli autori in questione, visto che persino il Cristo nel deserto era stato portato in volo dal Diavolo, con una logica assolutamente stringente, ne dedussero che egli avrebbe potuto benissimo portare in volo anche le streghe. Niente di piu’ facile.
Occorreva pero’ che anche le streghe, dal canto loro, collaborassero alla bisogna, per cui vennero inventati tutta una serie di accorgimenti e di artifici per facilitare il lavoro del Diavolo.
Come mezzo di trasporto l’attenzione si concentro’ sulla scopa, (in alcuni casi su di un bastone), essendo la scopa stessa un tipico strumento quasi esclusivamente usato in casa dalle donne e quindi naturalmente abbinabile al concetto di donna-strega. Ai maghi ed ai demoni invece si addiceva di piu’ il forcone.
Qualcuno piu’ fantasioso penso’ anche ad altri mezzi per volare; vediamo di sintetizzare tutte le trovate che ne vennero fuori.
• La strega puo’ volare a cavallo di una scopa o di un bastone dopo essersi denudata ed aver strofinato il proprio corpo con qualche magico unguento. Gli unguenti migliori erano ovviamente quelli a base di grasso di neonato.
• Mediante il volo la strega puo’ anche sfuggire ad un eventuale arresto.
• La strega in volo puo’ percorrere, in un istante, grandissime distanze e quindi recarsi al sabba anche in localita’ molto remote.
• Il potere dell’unguento magico doveva essere tale da far si che nessuno potesse notare la sua assenza da casa. Trattandosi di streghe coniugate il Diavolo creava un simulacro della donna che continuava a giacere nel letto accanto al marito. Caso mai si fosse svegliato!
• La strega poteva volare anche in groppa ad animali quali il cavallo, l’asino, il caprone e persino il lupo.
• la strega poteva trasformarsi in una mosca e volare nascosta dentro l’orecchio di un caprone
• Le streghe erano dedite al volo notturno non solo per recarsi al sabba ma anche per raggiungere rapidamente i luoghi ove intendevano eseguire qualche maleficio.
• Un volo non poteva essere attivato se oltre a tutti gli accorgimenti descritti non venivano pronunciate speciali formule magiche. Ad esempio:
o per recarsi al sabba (su scopa o caprone): Harr, harr shebath hemen ethan
o per altre occasioni: Cavallo e cappello, cavallo va! Ha! Ha! Ha!
La credenza che la strega potesse volare di notte a suo piacimento era l’aspetto che impressionava maggiormente la massa ignorante del popolino. Nel corso di vari processi ci furono molti testimoni pronti a giurare di aver assistito, di notte, al volo di una strega.
A Rouen poi, nel 1670, la cosa raggiunse il livello di una allucinazione collettiva. Gruppi di persone affermarono di aver visto, per 30 minuti (!), centinaia di streghe nude volare in cielo, intente a diffondere una malattia epidemica che, a quel tempo, aveva gia’ fatto parecchie vittime.
§ 20 – IL SABBA
Vediamo ora di capire che cosa succedeva durante un sabba, secondo quanto inventato dalla fervida, perversa immaginazione degli autori di § 14, che hanno inconsciamente proiettato nei loro scritti le immagini dei loro incoffessati e ben nascosti turpi desideri.
E’ stato Pierre Mamoris che, nel 1490, ha dato una definizione accurata del sabba, raccattando in tutte le pattumiere dei suoi tempi le favole, gli incubi, le ossessioni e gli atteggiamenti, mal condivisi e mal repressi, della chiesa nei confronti del sesso.
Il sabba era dunque una grande, periodica ed infernale sarabanda notturna con la quale si rendeva onore al Diavolo, rinnovando il patto infernale che legava le streghe al male.
E’ necessario non confondere i sabba con gli esbat. Questi ultimi pare fossero riunioni settimanali di streghe appartenenti a qualche oscura congrega, per discutere di problemi ….associativi(?).
Il sabba si svolgeva generalmente in localita’ sconosciute e molto remote (per le streghe scandinave il Monte Blakulla) secondo un preciso calendario stagionale, nelle notti che precedevano:
• la Candelora (2 Febbraio)
• il Calendimaggio (1° Maggio)
• Vigilia di Ognissanti (31 Ottobre = Halloween)
oppure, secondo altri autori:
• Vigilia del 2 Febbraio
• Vigilia del 1° Luglio
• Vigilia del 1° Agosto
• Vigilia del 1° Settembre
• Vigilia del 1° Novembre
Scendendo nei particolari:
• Come si giungeva al sabba?
o Utilizzando i mezzi di trasporto gia’ descritti in § 19.
• Chi erano i partecipanti?
o Ovviamente tutte le streghe ed i maghi. Era di rigore presentarsi nudi e scarmigliati.
o Il Diavolo stesso che, in caso di precedenti impegni, poteva farsi sostituire da qualche altro prestigioso demone.
o Numerosi demoni vari tra i quali gli incúbi ed i succúbi.
o Un certo numero di caproni puzzolenti.
• Il banchetto: cosa si mangiava?
o Solitamente il piatto forte era costituito dai neonati non ancora battezzati, rapiti alle loro madri ed alle nutrici. I cuccioli venivano cotti a puntino ed allegramente sbranati.
o Altre carni e cibi immondi, a volte donati dal Diavolo, oppure portati da casa. Dovevano comunque essere puzzolenti e disgustosi oltre ogni limite.
o Le bevande consumate erano tra le piu’ immonde che si possano immaginare. Pare che la preferita fosse orina di cavallo.
o Una regola era tassativa: tutti i cibi dovevano essere cotti e mangiati senza sale. La presenza di un solo pizzico di sale avrebbe provocato l’indignazione, la fuga del Diavolo e la conseguente caduta in disgrazia di tutti i partecipanti.
• Le danze
o Totalmente caotiche ed infernali. Si procedeva all’indietro al suono di un violino suonato da un caprone.
o Tutti i danzatori dovevano essere nudi ed esibire oscenamente le loro pudenda.
o Le danze erano accompagnate da suoni stridenti, dissonanti e con un corollario di orrende bestemmie.
o I partecipanti (streghe) potevano ballare tra di loro oppure accompagnarsi ai demoni presenti o ai caproni.
• L’orgia sessuale
o Col Diavolo in persona (solo per i più …meritevoli!!).
o Con demoni incúbi e succúbi.
o Con altre streghe.
o Con un caprone puzzolente.
o Senza alcuna limitazione nella copulazione, la sodomizzazione o nel soddisfare i desideri piu’ osceni e snaturati.
• Cerimonie diverse
o La recitazione al rovescio del Credo di Nicea.
o La benedizione solenne dei partecipanti con un aspersorio nero intinto in qualche liquido immondo.
o Consacrazione di ostie fatte con frattaglie varie.
o Parodia dell’eucaristia con introduzione dell’ostia nel sedere dei comunicandi.
o Canti corali di inni convenientemente osceni e blasfemi.
o Ecc. ecc.
Tutto questo nel corso della nottata. Al primo canto del gallo tutti a casa!
Alcuni “dotti” demonologi hanno “calcolato” che ai sabba potevano partecipare dalle 500 alle …100.000 streghe.
Tutto quanto descritto potra’ sembrare eccessivamente assurdo e disgustoso ma il lettore potra’ conoscere di piu’ e di peggio consultando direttamente le opere di “virtuosi” come De Lancre, F.M.Guazzo, Sprenger e Kramer ed altri valenti autori elencati in § 14, di cui esistono edizioni anche recenti, debitamente tradotte.
§ 21 – PROCESSI CONCATENATI
Restando ferme le motivazioni di base che hanno dato origine al genocidio delle streghe, tutte riconducibili alla ricerca di un capro espiatorio per sopire la rabbia e le frustrazioni delle masse, nel corso degli eventi un altro aspetto divenne importante: la ricerca dei complici e l’attivazione di altri numerosi processi in qualche modo concatenati ad un primo procedimento.
Il primo processo riguardava, di massima, una povera e miserabile morta di fame alla quale non si poteva confiscare nulla, neanche per coprire le spese di giudizio e il suo mantenimento in carcere.
Quello che pero’ interessava gli inquisitori era la possibilita’ di estorcere a questa prima “esca” i nomi di altre persone facoltose da trascinare a loro volta in giudizio con l’aspettativa di un ritorno finanziario di tutto rispetto.
Questo scateno’, a lungo andare, un effetto domino con centinaia di altri dibattimenti, che si protraevano per anni, dando l’opportunita’ all’apparato giudiziario di mettere in crisi grandi nuclei familiari che si vedevano costretti alla fuga abbandonando terreni ed immobili che venivano immediatamente e “legalmente” confiscati.
Era sufficiente che una prima strega confessasse di avere visto partecipare al sabba Tizio oppure Caio o altri nomi che le venivano suggeriti con destrezza e che la strega stessa poi confessava per porre fine ai suoi tormenti.
Il fenomeno assunse dimensioni incredibili e, tanto per dare qualche esempio:
• a Treviri, da un gruppo di 306 streghe, processate inizialmente, si ricavo’ l’impressionante cifra di 1500 complici a loro volta perseguiti;
• a Rouen, nove accusate iniziali trascinarono in giudizio altre 525 persone;
• la presunta strega Karin Persdotter, in Finlandia, fini’ sul rogo in compania di altre 13 vittime;
• nel 1585 in Germania, i cittadini di Rottemburg si sollevarono contro gli inquisitori perche’ la citta’ era ormai quasi priva di donne;
• sempre in Germania e nello stesso periodo, dopo furibonde persecuzioni, alcuni villaggi erano rimasti privi di donne o con una donna sola.
§ 22 – AFFARI E POLITICA
Nel corso degli anni divenne sempre piu’ evidente come la caccia alle streghe, oltre ad essere un ignobile mezzo per eliminare coloro che in qualche modo davano fastidio alla societa’ in generale ed alla chiesa in particolare, assumesse sempre di piu’ le caratteristiche di una lucrosa attivita’ “industriale”.
A parte quelle streghe poveraccie e nullatenenti per le quali il processo procedeva speditamente per evitare eccessive spese di mantenimento in carcere, per le vittime benestanti le cose andavano generalmente a rilento in quanto le spese di mantenimento erano a carico della famiglia del carcerato, come pure le spese di giudizio; salvo, alla fine, rovinare il nucleo familiare con la inevitabile confisca dei beni.
Occorre comunque notare che i processi di stregoneria a sfondo politico-affaristico maturarono prevalentemente in ambito cittadino e molti imputati erano di sesso maschile.
In un periodo di perdurante crisi economica migliaia di persone, in qualche modo legate all’apparato giudiziario, trovarono nel massacro delle streghe una fonte di guadagno e, a volte, di arricchimento.
Tra i principali lucratori del sistema si rammentano:
• gli inquisitori clericali ai quali spettava una cospicua “quota pontificale” sui beni carpiti ai condannati e alle loro famiglie
• i magistrati laici pagati e premiati secondo il loro zelo
• i notai e i cancellieri dei tribunali
• gli scrivani
• i carcerieri
• i pungitori
• gli esperti torturatori
• il boia ed i suoi aiutanti
• i taglialegna (minimo 40-50 grosse fascine per ogni rogo individuale)
• gli esorcisti (protezione durante i processi contro influenze demoniache)
• i cacciatori di taglie, liberi professionisti ingaggiati dalle autorita’ per incrementare il business del massacro
• i testimoni di comodo
• i delatori
• ecc.
A Treviri, tristemente famosa per i suoi processi di massa, inquisitori e magistrati accumularono, verso la fine del 1500, ingenti ricchezze mediante la spartizione e la vendita dei patrimoni confiscati.
A partire dalla seconda meta’ del 1500 e praticamente in tutta l’Europa, l’aspetto finanziario divenne la principale motivazione per l’istruzione dei processi di stregoneria.
Altre numerose e comode motivazioni per le accuse di stregoneria furono quelle politiche mediante le quali si cercava di impedire l’ascesa al potere (poteri locali) di qualcuno o di abbattere quelli che tale potere gia’ lo detenevano.
Si stimano in migliaia i casi di questo genere, rammentando che quasi sempre a farne le spese erano le mogli dei perseguiti: la condanna della moglie trascinava inevitabilmente nel disastro anche il marito e la famiglia.
Qulche volta erano i membri della stessa famiglia che si accanivano l’uno contro l’altro per conflitti di interessi, di successione ed altre inconfessabili motivazioni.
Lo stesso dicasi per quei mercanti che cercavano di eliminare la concorrenza ricorrendo ad accuse che, per quanto ridicole, potevano condurre alla rovina il concorrente avversario.
Molti autori rammentano, come emblematico, il caso di Anna Pedersdotter Absalon, finita sul rogo dopo tre processi. I processi vennero celebrati a Bergen, in Norvegia.
Anna era la moglie di Absalon Pedersdotter Beyer, un prete luterano entrato in conflitto con gli altri preti locali per futili motivi religiosi. La donna usci’ indenne dai primi due processi grazie agli appoggi di cui godeva il marito.
Morto il marito, gli avversari, da buoni cristiani, fecero le loro vendette reclamando un terzo processo che spedi’ Anna sul rogo nel 1590. La donna venne accusata di:
• aver provocato il “coma” di un uomo
• aver provocato la “malattia” di un secondo uomo
• aver dato ad un bambino di quattro anni un “biscotto stregato” per farlo morire
• aver trasformato la serva di casa in un “cavallo” del quale si era poi servita per volare al sabba.
§ 23 – GRANDI CACCIATORI
Le grandi cacce furono particolarmente dovute alla solerzia dei:
• tribunali ecclesiastici
• tribunali secolari (con sollecito e nulla osta delle diocesi)
• cacciatori professionisti (privati cittadini assoldati dalle autorita’).
Questi ultimi erano, a tutti gli effetti, dei veri e propri “cacciatori di “taglie”, squinzagliati e sovvenzionati dal clero o da magistrati secolari, con il compito di individuare le possibili vittime e raccogliere e/o fabbricare e produrre falsi elementi di prova sufficienti ad istruire un processo.
Per evidenti motivi di interesse i cacciatori puntavano preferibilmente su possibili vittime economicamente dotate o comunque benestanti.
Elenchiamo i nomi di alcuni turpi individui (fanatici o cacciatori) passati alla storia per il loro brutale accanimento.
• Danimarca: si ricorda in modo particolare il vescovo luterano Peder Palladius per la sua caccia scatenata nel 1544, conclusa con 52 condanne a morte.
• Finlandia: nel 1640 si distinse il vescovo luterano Isaac Rothovius e, tra il 1666 ed il 1674, sali’ alla ribalta anche un giudice del tribunale secolare di Ahvenanmaa, Nils Psilander, promotore di una gigantesca caccia a catena, nella quale si distinse per le torture raffinate impiegate nella ricerca del “marchio del diavolo” sul corpo delle vittime.
• Francia: nella sola Lorena, Nicolas Remy, tra il 1586 ed il 1595, fece arrostire 800 presunte streghe. Il “galantuomo”, alla fine della carriera si vantava di aver promosso almeno 2000 processi.
• Germania:
o il giudice luterano Benedickt Carpzov contese il primato a Torquemada collezionando nella sua carriera 20.000 condanne.
o Fuchs von Dornheim, principe-vescovo di Bamberga, detto anche il “vescovo delle streghe”. Il buon Fuchs non badava a spese; fece costruire una “casa delle streghe” con una straordinaria sala di tortura dalle pareti rivestite di scaffali contenenti migliaia di bibbie; questo perche’ le urla dei seviziati non trapelassero all’esterno. Quanto all’attrezzatura era il meglio del suo tempo e comprendeva terrificanti strumenti da applicare agli organi sessuali di ambo i sessi. E visto che l’investimento doveva “rendere”, nel giro di 10 anni (fine 1600), il principe-vescovo mando’ all’altro mondo 600 vittime dopo aver personalmente infierito sugli organi sessuali delle stesse.
o Il principe cattolico Filippo von Ehrenburg di Würzburg, nel giro di 10 anni, all’inizio del 1600, totalizzo’ la bella cifra di 900 esecuzioni, comprendendo pure alcuni suoi parenti. Tra le vittime figurano anche 17 bambini di eta’ compresa tra i 5 e i 7 anni accusati di aver avuto rapporti sessuali con Satana.
• Inghilterra: negli anni 1645-1647 Mattew Hopkins e John Stearne mandarono a morte parecchie centinaia di vittime.
• Italia:
o Antonio da Casale inquisitore, nelle ultime decadi del 1400 ha imperversato nella Lombardia meridionale alla media di 100 roghi all’anno e con una punta di 400 vittime. In particolare, nel comasco e intorno al 1600, alcuni cacciatori di streghe si dimostrarono cosi’ zelanti da causare vere e proprie sommosse nella popolazione.
o Il frate Mino di San Quirico, inquisitore a Firenze dal 1332 al 1334, viene cacciato a furor di popolo per la sua irrefrenabile avidita’ e per le sue angherie.
o Il papa Ghislieri (S. Pio v)
• Scozia: John Kinkaid e John Dich vennero addirittura arrestati, nel 1662, per la ferocia, l’accanimento nella tortura e gli inganni perpetrati durante i processi contro centinaia di presunte streghe.
• Spagna: come dimenticare il migliore? Il grande Torquemada che nel corso della sua carriera colleziono’ quasi 45.000 vittime, con un exploit di 10.000 roghi in soli 18 mesi. (Cifre comprensive anche delle persecuzioni agli ebrei e ad altri eretici).
Juan Antonio Llorente, storico dell’Inquisizione (Rif. 245), attribuisce a Torquemada, nel corso di 15 anni di mandato:
• 10.280 vittime morte tra le fiamme dei roghi
• 6.860 condannati bruciati in effigie perche’ latitanti o morti in carcere per le torture subite
• 27.321 persone punite con carcere perpetuo, pene infamanti (obbligo del sanbenito) e confisca dei beni.
• N. 114.401 famiglie indagate e/o completamente rovinate.
• Svizzera: anche Calvino diede un significativo impulso al msssacro definendo le streghe come “le puttane del diavolo”.
§ 24 – LA MISURA DEL MASSACRO
Quantificare l’entita’ del massacro non e’ soltanto difficile ma e’ praticamente
IMPOSSIBILE.
Anche se molti studiosi si sono cimentati nell’arduo tentativo di determinare delle cifre accettabili e condivisibili dai piu’, i valori che vengono proposti sono del tutto carenti ed inattendibili.
Di molte centinaia (o migliaia) di processi si e’ ormai persa ogni traccia. E questo per vari motivi:
• incendi
• saccheggi
• studi su particolari aree, incompleti o non eseguiti
• distruzioni accidentale di archivi
• distruzioni volute di archivi
Le distruzioni volute riguardano in particolar modo gli archivi dei tribunali ecclesiastici, in quanto il clero ha sempre e sistematicamente distrutto e/o occultato tutti i documenti ed i reperti storici che potevano essere considerati dannosi alla propria immagine di facciata.
In molte occasioni i verbali dei processi vennero bruciati sul rogo unitamente alla strega affinche’ fosse distrutta qualsiasi testimonianza della sua esistenza satanica.
Quindi le cifre che seguono vanno considerate come ordini di grandezza e come espressione delle opinioni degli autori che le hanno determinate.
E’ comunque possibile raggruppare tali valutazioni (sono sempre delle stime!), che vengono da piu’ parti proposte, in tre grandi gruppi:
• stime minime
• stime medie
• stime massime
Si da’ naturalmente per scontato che le stime minime e massime riflettono il pensiero e la collocazione degli autori nei riguardi della chiesa; le stime medie riflettono l’atteggiamento di autori apparentemente neutrali ma non per questo devono essere ritenute come piu’ attendibili. L’accettazione di tali cifre e’ quindi totalmente a carico del lettore.
Abbiamo pertanto come valutazione:
• Minima: circa 300.000 processi e 145.000 esecuzioni (Rif. 240)
• Media: 1.200.000/1.500.000 processi e 900.000/1.200.000 esecuzioni
• Massima: circa 12.000.000 processi e 9.000.000 esecuzioni (Rif. 305)
Sul quotidiano “La Repubblica” del 4/10/1985 e’ stato pubblicato un articolo dello studioso Hans Kühng (sacerdote e teologo), nel quale si afferma che il numero delle “streghe” uccise, a partire dal 1484 e sino al 1782, ammonta all’impressionante cifra di 9 milioni.
Come si puo’ constatare il divario e’ enorme.
La situazione si chiarisce, ma non molto, quando si prendono in considerazione cifre parziali riferite a particolari aree geografiche (regioni) che sono state oggetto di studi, piu’ o meno approfonditi, sulla base di ritrovati documenti processuali.
Non c’e’ comunque nessuna certezza che tutto sia stato ritrovato e studiato.
Molti di questi dati derivano da estrapolazioni, basate su cio’ che e’ noto, anche molto accurate ma comunque non certe.
Per venire incontro alla naturale curiosita’ del lettore alcuni valori (i piu’ attendibili) sono stati raggruppati nella tabella che segue con l’avvertenza che i dubbi restano sempre legittimi.
AREA/TERRIT. REGIONE/CITTA POPOLAZ. PROCESSI ESECUZ.
ITALIA ## (1) = 4000 1500
. Venezia = 700 .
. Como (2) = . 300
. Triora (3) = . 40
. Bormio (1485) = . 41
. Bormio (1514) = . 30
. Valcamonica (1518) = . 80
. Cavalese (1505) = . 14
GERMANIA ## = 50000 20000-30000
. Bamberga(1625-1630) = . 600
. Costanza = . 50
. Eichstatt (4) = . 274
. Quedlinburg (5) = . 133
. Ellwangen(1611-1618) (6) = . 400
. Treviri = . 7000
. Wurzburg = . 900
. Wiesensteig (1562) = . 63
. Oppenau (1562) = . 300
. Obermachtal (1562) = . 54
SPAGNA ## (7) = 6000 .
. Paesi Baschi/Labourd(1600) = . 600
. Logrono = . 30
SCANDINAVIA ## = 4000 1700
. Danimarca 580000 2000 1000
. Norvegia (8) = 1400 350
. Svezia Nord (9) = . 200
. Finlandia = 152 28
EUR. EST/RUSSIA ## = 5000 .
. Pskov(Russia) (10) = . 12
SVIZZERA ## (11) = . 10000
. Ginevra = . 660
. Vaud = 4000 3000
FRANCIA/BELGIO ## = . .
. Lorena = 3000 2700
. Regione parigina = 4000 .
. Mora = . 300
. Ardenne (12 = . 300
. Fiandre = . 98
. Tolosa = . 400
INGHILTERRA (+ isole brit.) (13) = 3000 2500
SCOZIA ## (14) 1000000 2500 1500
POLONIA ## = 3000 .
UNGHERIA ## (15) = 1500 450
LUSSEMBURGO ## (1509-1687) = . 358
AUSTRIA ## = 1700 900
BOEMIA ## = . 1000
OLANDA ## = . 150
1. In Italia le aree principali dove avvennero i piu orrendi massacri furono:
o Benevento
o Como e teritori attigui
o Engadina (territorio di Poschiavo)
o Friuli
o Milano
o Modena
o Trentino
o Valcamonica
o Valtellina
2. Il tribunale della diocesi di Como ha mandato al rogo 300 presunte streghe in meno di un mese.
3. Durante il processo alle streghe di Triora (Liguria), che e’ costato la vita a 40 presunte streghe, quel sant’uomo che era l’arcivescovo di Albenga autorizzo’ ai suoi inquisitori la riesumazione dell’ordalia di fuoco, in disuso ormai da secoli. Il risultato fu che alcune vittime ebbero i piedi carbonizzati; altre morirono durante la prova, ed altre ancora incapaci di reggersi sugli arti bruciati dovettero percorrere la distanza, che separava il luogo dell’ordalia dal tribunale, trascinate sul terreno in ginocchio, con conseguente scarnificazione delle articolazioni.
(Sui fatti di Triora vedere su questo sito Triora, la Salem d’Italia)
4. In un solo anno.
5. Uccise in un solo giorno e bruciate su di un rogo gigantesco.
6. In otto anni: dal 1611 al 1618.
7. Di cui c.4000 gestiti dai tribunali ecclesiastici, gli altri dai tribunali secolari per conto dell’inquisizione.
8. Nel 1650.
9. In nove anni: dal 1668 al 1676.
10. Bruciate in un solo giorno.
11. In Svizzera e in alcune occasioni il totale delle vittime e’ stato pari al 90% dei processi.
12. Si tratta di esecuzioni illegali avvenute all’inizio del 1600.
13. Protestante dal 1560.
14. Protestante dal 1560.
15. Nel 1728-29, a Szeged, 13 donne condannate a morte per aver “provocato” la grandine.
E’ stato stimato che il tasso delle condanne a morte, secondo varie localita’ ed epoche, si sia aggirato sul 67-81% dei processi, con punte massime eccezionali del 92% (Svizzera).
Nei casi in cui non veniva comminata la condanna a morte, le “pene minori”(!) potevano consistere nella marchiatura a fuoco, accecamento, estirpazione della lingua, mutilazioni varie, ecc. In pochi casi fortunati il presunto colpevole poteva essere liberato e mandato in esilio.
I territori dove venne celebrato il maggior numero di processi per stregoneria, circa il 75%, sono stati:
• Francia
• Svizzera
• Germania
• Paesi Bassi
Nell’insieme di questi territori era allora concentrato circa il 50% dell’intera popolazione europea.
Centri particolarmente attivi sono stati:
• Alsazia
• Baviera
• Brandeburgo
• Lorena
• Savoia
• Scozia
• Regione Tolosana
• Regione Trentina
E’ stato stimato che nei detti territori, tra il 1550 ed il 1600 (50 anni!), siano state uccise oltre 300.000 persone.
Il massimo della barbarie, per accanimento, ferocia nelle torture e numero di esecuzioni si verifico’ in Germania (nei territori di lingua tedesca).
Visto anche quello che e’ successo all’epoca del nazismo vien fatto di pensare che si tratti di una caratteristica genetica; un problema di DNA dei crucchi?
§ 25 – STREGHE PARTICOLARI
Oltre alle streghe “tradizionali” gia’ descritte, la furia omicida del cristianesimo si abbatte’ anche su gruppi di persone che con la magia bianca o nera avevano poco a vedere.
Il compito naturale dei tribunali che avrebbe dovuto essere quello di vagliare le prove e formulare un equo giudizio venne stravolto al punto di considerare l’accusato gia’ colpevole e condannato prima ancora del processo stesso.
Il dibattito processuale doveva solo confezionare quelle prove che giustificassero “moralmente” l’atteggiamento mostruosamente criminale della chiesa.
• LEVATRICI – Categoria di persone altamente a rischio a causa delle sciocchezze diffuse da teologi imbecilli sull’uso che le levatrici avrebbero fatto dei neonati non battezzati. Tutto questo accentuato dalle tragiche condizioni di vita dell’epoca, causa prima di una estesa mortalita’ infantile. Senza poi contare che molti genitori, non in grado di sfamare altre bocche, erano indotti a sopprimere i loro stessi figli seppellendoli vivi in qualche angolo nascosto.
(Oggi, a volte, qualcuno trova comodo utilizzare i cassonetti dell’immondizia per disfarsi dei neonati.)
Molte levatrici finirono sul rogo accusate di rubare i neonati per poi consacrarli al male battezzandoli nel nome del Diavolo.
Le levatrici erano, sovente, anche erboriste e guaritrici e costituivano, nelle campagne, l’unica forma di assistenza medica a cui potersi rivolgere. Alcune disponevano di patenti rilasciate dalle autorita’ locali, non sempre sufficienti a preservarle da accuse ed arresti.
Molte di esse furono probabilmente eliminate perche’ si ponevano in seria concorrenza, sopratutto in ambito cittadino, con medici e speziali che godevano di maggior prestigio in seno alla societa’ d’allora.
Sulla persecuzione delle levatrici la casistica e’ impressionante e, anche qui, ci limitiamo a pochi esempi significativi.
o Dillingen, Germania, anno 1587. Esecuzione della levatrice Walpurga Hausmannin accusata di aver fatto morire 40 neonati nell’arco di 12 anni per oscuri motivi di stregoneria.
o Szegerin, Ungheria, anno 1728. Altra levatrice bruciata viva accusata di aver battezzato 2000(!) bambini nel nome del Diavolo.
o Lindheim, Germania, anno 1661. L’illuminato giudice George L. Geiss condanna a morte una levatrice ed altre 6 complici accusate di aver rubato e fatto a pezzi un neonato per ricavarne un unguento magico. I genitori del bambino si oppongono alla sentenza. Fanno riesumare il cadaverino del figlio per dimostrare l’infondatezza dell’accusa, ma il Geiss non demorde (troppi soldi in ballo). Accusa di complicita’ gli stessi genitori ed altre 28 persone e li fa spietatamente torturare perche’ ritrattino e neghino l’evidenza stessa dei fatti.
• BAMBINI – Anche bambini ed adolescenti (in particolare femmine) furono estesamente processati ed uccisi con l’accusa di stregoneria; era sufficiente avere compiuto gli otto anni per cadere nelle grinfie degli inquisitori.
Secondo quanto ci insegna il famigerato “Malleus Maleficarum”, fanciulle impuberi di 8-10 anni, consacrate dalle loro madri al Diavolo, sarebbero in grado di scatenare furiose tempeste in mare e devastanti grandinate sui raccolti.
Sprenger e Kramer danno per scontata la trasmissione del maleficio da madre a figlia:
…l’esperienza dimostra che sempre le figlie hanno fama di essere le imitatrici dei delitti materni….e che quasi sempre la progenie e’ infetta.
Comunque si riteneva che i “figli del diavolo” generati dalle streghe non fossero veramente figli di un demonio ma di uomini, in quanto il Concilio Laterano IV (1215) aveva stabilito che gli angeli sono privi di sesso, ed essendo i demoni angeli decaduti, possono al piu’ fecondare una donna accopiandosi, in veste di demoni succúbi, prima con un uomo ricevendone il seme per poi passarlo, in veste di demoni incúbi, alla donna. Sembra un’anteprima della banca del seme!
(Comunque Shakespeare non era d’accordo su questa teoria e nel suo lavoro “La Tempesta” dichiarava esplicitamente che Calibano era figlio di una vecchia strega e del Diavolo.)
Alcuni esempi della mano pesante degli inquisitori:
o Wurzburg, Germania, negli anni dal 1627 a 1629. Su 160 processi per stregoneria ben 64 risultano a carico di bambini.
o Wurzburg, Germania, anno 1629. Molti bambini vennero condannati per stregoneria dopo aver subito atti di pedofilia da parte del vescovo locale, del suo cancelliere e di altri ecclesiastici.
o Paesi Baschi, dal 1610 al 1614. Vennero condannate 1600 streghe confesse. Di queste 1300 erano bambini.
• BENANDANTI – Una strana setta nata e cresciuta in Friuli, all’inizio del seicento; si trattava di individui, nati con la membrana amniotica che, protetti da speciali talismani, cadevano in trance e asserivano di andare in tale stato e di notte, a combattere le streghe e i loro malefici. Tanta buona volonta’ comunque non servi’ loro a nulla perche’ l’inquisizione li accuso’ a loro volta di stregoneria (cultori di antichi riti di fertilità) e li fece fuori.
• ARMIERS – Qualche caso in alcune zone dei Pirenei. Un armier era un individuo che sosteneva di avere la capacita’ di vedere le anime dei morti e di conversare con loro. Pare che queste anime irrequiete amassero rifugiarsi in case confortevoli e ben riscaldate, bevendo abbondantemente del vino migliore che pero’ non si consumava.
• SEGUACI DI DIANA(?) – Stando alla confessione di Bellezza Orsini (1540), certe streghe erano raccolte in gruppi presieduti da una patrona eletta per tre anni. Tutte le patrone rispondevano ad una regina, chiamata Befania, residente a Rieti.
§ 26 – LIBRI DI MAGIA
Il libro di magia piu’ utilizzato dalle streghe pare sia stato il “Libro del Comando”, sovente citato e, a quanto si dice, ancora oggi in uso presso:
• le streghe (masche) del Piemonte e dell’Alta Savoia
• le streghe (strie) del Tonale
• le streghe del Beneventano
• le streghe dell’Isola di Man (Inghilterra)
Malgrado tali affermazioni si sospetta che questo libro non sia mai esistito e che si tratti di uno di quei numerosi manuali di stregoneria noti come “Grimoires”.
Di grimoires invece ce ne sono moltissimi. Sono apparsi, sotto forma di manoscritti, intorno al 1100-1200 e, con l’avvento della stampa, malgrado le interdizioni della chiesa, si sono rapidamente moltiplicati e diffusi in tutta l’Europa.
I grimoires, anche oggi facilmente reperibili in librerie specializzate, contengono una quantita’ di ricette, piu’ o meno strane, nonche’ raccolte di formule magiche per eseguire sortilegi, metamorfosi, prevenire le corna ed altre singolari magie.
Molti di essi riportano anche formule di “contro-magia” per sciogliere incantesimi, cacciare il malocchio e comunque difendersi da eventuali magie negative operate a danno del lettore.
La presunta strega Bellezza Orsini, giustiziata nel 1540 a Roma per aver compiuto numerosi malefici, nel corso del processo affermo’ di possedere un libro di 180 fogli contenente “tutti li segreti boni et cattivi…”.
Questi libri venivano tramandati da una generazione all’altra, da maestra a discepola. Tra i piu’ famosi grimoires si ricordano:
• La Clavicola di Re Salomone (testo ebraico molto antico)
• Il Dragone Rosso (riedizione del precedente, circa 1650)
• Il Grande Alberto
• Il Piccolo Alberto
• Il Grimoire di papa Onorio III (sic), grande conoscitore di arti magiche (1216-1227)
Recentemente, alcuni autori hanno creduto vedere, in un libro apparso intorno al 1586, una riedizione della “Clavicola di Re Salomone”. Il libro in questione, conosciuto anche come “Manoscritto di Voynich”, ha resistito , fin ora, ad ogni tentativo di decifrazione.
Si suppone comunque trattarsi di una truffa, abilmente operata ai danni di Rodolfo II, imperatore del Sacro Romano Impero.
§ 27 – INGREDIENTI E RICETTE
Dai manuali di stregoneria citati in § 26 (grimoires) si rileva come le streghe utilizzassero, oltre alle erbe, altri ingredienti che oggi ci sembrano quanto meno strani se non disgustosi. Anzi per alcuni di essi ci si chiede quali reali possibilita’ avessero di procurarseli; pensiamo, ad esempio, al “grasso di neonato non battezzato” sovente indicato come ingrediente base per numerose applicazioni.
Solo per curiosita’ del lettore citiamo alcuni componenti ed alcune curiose ricette, dubitando fortemente che alcuni di essi siano mai stati veramente utilizzati. L’elenco e’ ovviamente incompleto e puramente indicativo.
• Ingredienti vegetali:
o acconito
o achillea
o alligante
o aloe
o belladonna (erba delle streghe)
o cicuta virtuosa
o cinquefoglie
o datura stramonio (erba del Diavolo)
o fiori di pervinca
o funghi vari
o hascish
o maggiorana
o menta
o muffe varie
o pastinaca acquatica
o ruta
o salvia
o segale cornuta
o solano
o valeriana (radice)
o verbena
o zafferano
o . . . . .
• Ingredienti diversi:
o aceto
o ali di pipistrello
o cervello di gatto
o corda di impiccato
o escrementi di rospo
o fiele di vacca
o fuliggine
o grasso di neonato
o lombrichi
o marmellata di ragni
o olio aromatico
o ossa di morto
o rane e rospi (essicati e polverizzati)
o rognoni di topo
o salnitro
o sangue di piccione
o sangue di pipistrello
o zolfo
o . . . . .
La “mandragora”, pianta magica per eccellenza, poteva, a volte, essere usata come ingrediente ma generalmente la sua funzione era un’altra.
La radice della mandragora, che ricorda vagamente la forma umana, veniva scolpita e lavorata, seguendo un puntiglioso rituale, per ottenere il “magistello”, talismano particolarmente caro alla strega in quanto si riteneva avesse un particolare potere protettivo per la strega stessa, preservandola da magie e sortilegi operati da altre streghe nemiche o concorrenti.
A proposito di ricette:
• Le pomate, con le quali le streghe si spalmavano il corpo per predisporsi al volo notturno, sarebbe state costituite da parti di acconito, belladonna e cicuta; il tutto mescolato e reso consistente mediante fuliggine, grasso (di neonato ?), sangue di pipistrello e un poco di olio aromatico.
• Mancando a quei tempi la pillola si poteva ottenere un anticoncezionale “sicuro” polverizzando delle corna di cervo castrato e miscelando poi con fiele di vacca; dopo opportuna essicazione, il tutto doveva poi essere nuovamente ridotto in polvere. Ogni venerdi la donna doveva cospargersi il corpo con detta polvere e l’effetto era garantito per una settimana.
La controindicazione nasceva dalla difficolta’ di trovare un cervo disposto a rimetterci, oltre agli attributi, anche le corna.
• Per sedurre un uomo era sufficiente raccogliere qualche fiore di pervinca ed alcuni lombrichi; for bollire il tutto, dissecare e ridurre il residuo in polvere da cospargere sull’uomo desiderato.
• Piu’ sbrigativamente: ungersi labbra e lingua con olio santo, rubato in chiesa, e poi baciare l’uomo.
PARTE III – FINE DI UN INCUBO
§ 28 – SFATARE LA LEGGENDA
Molti ricercatori che si sono dedicati all’argomento del genocidio delle streghe avevano avuto modo di constatare, non senza qualche perplessita’, come molte presunte streghe, interrogate dagli inquisitori, mentre negavano tenacemente certe accuse (sino a farsi torturare), non avevano particolari remore ad ammettere di avere “volato” e di avere “partecipato al sabba”.
Ammissioni fatte con convinzione ed in totale buona fede, che hanno notevolmente stupito gli studiosi, sino a quando qualcuno non comincio’ a considerare con attenzione gli insoliti ingredienti che entravano nei ricettari dei libri di magia. (§ 27)
Una spiegazione convincente e’ stata data dallo studioso A. J. Clark (Rif. 140) che ha posto particolare attenzione sulle sostanze allucinogene e stupefacenti, contenute nei ricettari, capaci di indurre nelle streghe stati transpersonali assai simili a quelli prodotti da certe droghe moderne.
In realta’ le streghe non volavano e non partecipavano al sabba ma erano “convinte di farlo” a causa delle droghe che assorbivano quando si denudavano e si spalmavano il corpo con i loro unguenti magici.
Lo stato confusionale nel quale si svegliavano, dopo qualche ora da tale trattamento, non faceva altro che convincerle di avere veramente partecipato ad eventi impossibili che in realta’ erano solo degli incubi auto-indotti. In particolare:
• la sensazione di volare, di spostarsi rapidamente e di superare istantaneamente grandi distanze era dovuta specialmente all’assorbimento, attraverso la pelle (unguenti), di massiccie dosi di acconito, belladonna, pastinaca ed altri componenti minori.
Durante il breve tempo necessario per l’assorbimento cutaneo, queste sostanze davano una sensazione di caduta o di galleggiamento nel vuoto assai simile a quella del volo. Tenuto conto che la strega stessa desiderava “volare”, la sensazione prodotta era gia’ di per se una cosa convincente.
• la partecipazione al sabba e sopratutto al banchetto (virtuale) era la realizzazione, in sogno, di quel problema che assillava quotidianamente la strega: mangiare; illudersi di mangiare, qualche volta, sino alla completa sazieta’! Se questo non poteva essere realizzato allo stato cosciente allora la strega si abbandonava nel suo delirio alla sensazione di potersi finalmente nutrire.
Tale sensazione era dovuta all’assorbimento, oltre che dei composti sopra citati, anche di dosi ben regolate di estratto di cicuta. E’ stato notato che molte ricette comprendevano anche la cicuta ma sempre in quantita’ non mortali.
(Per inciso: alcune popolazioni andine usano masticare foglie di coca (betel?) per meglio sopportare la fatica ma sopratutto i morsi della fame).
• la copulazione coi demoni, altro desiderio sovente represso a livello cosciente che veniva invece soddisfatto a livello di sogno, mediante altri ingredienti a base di sostanze oppiacee e hascish (canapa indiana) che avevano il potere di agire sulle mucose vaginali ingenerando violenti stati di eccitazione.
L’assorbimento di dette sostanze e di altre, in dosi minori, poteva condurre a stati di schizofrenia, di eccitazione motoria e di offuscamento delle capacita’ percettive per cui la strega, cosi drogata, vagava di notte in stato di incoscienza per poi ritrovarsi al risveglio in luoghi insoliti, lontani dalla sua normale abitazione. Lo stato confusionale e di amnesia che ne seguivano inducevano la strega a credere di aver partecipato ad eventi straordinari e di aver soddisfatto tutti quei desideri che allo stato normale erano repressi e irrealizzabili.
Approfittando di questa disposizione delle streghe ad ammettere come vere certe assurdita’ (volo, sabba, ecc.), gli inquisitori ebbero buon gioco nel trasformare tali sogni in colpe reali, di cui accusavano le streghe stesse, corredandole con tutte quelle stupidaggini, frutto della fantasia di certi teologi e che sono state citate nei paragrafi precedenti.
Nei secoli della caccia alle streghe, oltre alle note epidemie di colera, vaiolo e peste, ci furono anche quelle di “ergotismo” dovute alla presenza infestante nelle colture della “segale cornuta”. Se presente in quantita nei cereali, e conseguentemente ingerita, poteva provocare terribili allucinazioni. Non e’ pero’ certo che questa sostanza sia entrata a far parte dei ricettari delle streghe.
Da ricordare che alcuni medici dell’epoca quali G. Cardano (1557), E.Jones, J.Cotta ed altri, rischiando seriamente in proprio, avevano cercato di sfatare le bugie degli inquisitori dimostrando come molti dei mali che si attribuivano alle streghe erano solo fatti isterici, epilettici conseguenti all’abbruttimento dovuto alla malnutrizione.
Secondo il Cardano, era sin troppo facile indicare come in preda la demonio gruppi di donne solitarie e miserabili che vivevano nelle valli prealpine, nutrendosi quasi esclusivamente di castagne e verdure selvatiche, cosa che le rendeva deformi, macilente, scontrose, sovente pazze a causa di allucinazioni dovute alla fame.
§ 29 – FINE DELL’INCUBO
Sviluppatosi in sordina, gia’ a partire dal XIII secolo, e toccati vertici allucinanti, il genocidio delle streghe ando’ lentamente attenuandosi, sul finire del 1600, non senza sussulti e tardivi rigurgiti di intolleranza.
I motivi che concorsero all’attenuazione del fenomeno sono diversi e tra i piu’ importanti si annoverano:
• la nascita del cartesianesimo quale poderoso rivale della filosofia scolastica;
• la nascita e la divulgazione, tra mille impedimenti, delle opere di Copernico, Newton, Galileo, Keplero ed altri;
• il lento radicarsi nelle coscienze di una filosofia meccanicista in opposizione alle menzogne della chiesa in fatto di miracoli, spiriti, divina provvidenza, utilita’ della preghiera ed altre simili;
• l’attenuarsi di una superstizione religiosa totalmente cieca ed i primi cedimenti di un credo imposto per secoli con la ferocia ed il terrore;
• il rifiuto del dogmatismo e del principio d’autorità della chiesa;
• l’attenuarsi della crisi economica e il lento miglioramento delle condizioni di vita, sopratutto nel mondo rurale;
• il miglioramento generalizzato dei salari e la quasi totale scomparsa dell’inflazione;
• l’influsso dell’umanesimo e la lenta ma costante diffusione di una cultura di base dovuta, nella prima meta’ del 1700, all’opera di scrittori illuminati e degli enciclopedici francesi;
• la depenalizzazione del reato di stregoneria, di per sè palesamente assurdo, operata da alcuni stati a partire dal 1700
Tutto cio’ contribui’ alla eliminazione quasi totale dell’orrenda persecuzione, in tutti i paesi europei, con non poche eccezioni ed in tempi diversi. Per quanto riguarda gli anni di celebrazione degli ultimi processi si ha:
• Austria 1775
• Danimarca 1762
• Francia (territori) 1783
• Germania (territori) 1805
• Inghilterra 1717
• Irlanda 1711
• Italia (territori) 1859
• Olanda 1659
• Polonia 1776
• Scozia 1727
• Spagna 1820
• Svezia 1779
• Svizzera (cantoni) 1782
• . . . . .
comunque non tutti conclusi con condanne a morte.
Per quanto invece concerne gli anni di esecuzione delle ultime sentenze capitali abbiamo:
• Austria 1750
• Danimarca 1693
• Francia (Alsazia) 1683
• Germania (Kemten) 1775
• Inghilterra 1685
• Irlanda 1711
• Italia (Palermo) 1724
• Olanda 1609
• Polonia 1775
• Scozia 1708
• Spagna 1781
• Svezia 1710
• Svizzera (Glarona) 1782
• . . . . .
Parlando di eccezioni, al di fuori delle date citate, ecco alcuni casi eclatanti:
• 1894 – In Irlanda una presunta strega viene torturata a morte da alcuni “nostalgici” senza alcun processo.
• 1900 – Sempre in Irlanda alcuni volenterosi bruciano viva una strega, nel suo stesso focolare.
• 1981 – In Messico un marito denuncia alla folla la propria moglie accusandola di aver provocato l’attentato a Giovanni Paolo II con un rito magico. La devotissima folla si affretta ad accoppare la donna a colpi di pietra.
• 2001 – Nell’Italia meridionale un’intera famiglia, genitori compresi, viene arrestata per aver provocato la morte di un neonato nel corso di un rituale magico.
Tanto per citare. Ad Alessandria (I) molti anziani ricordano ancora un frate briccone che, sul finire degli anni 30, in una chiesa di via S.Francesco d’Assisi, praticava un rito contro il malocchio.
Malgrado fosse stato diffidato dal vescovo e dal podesta’ fascista, introduceva in chiesa di nascosto, alle tre del mattino, madame sprovvedute e relativi marmocchi, che cascavano in terra dal sonno, ed eseguiva uno strano rito di contro-magia capace di togliere l’eventuale malocchio gettato sul pupo, non si sa bene da chi.
Tariffa: uno scudo d’argento (all’epoca = 5 lire) che a quei tempi era una cifra di tutto rispetto. Poi venne la guerra e il frataccio spari’ dalla circolazione.
§ 30 – STREGHE OGGI
Nel secolo ventesimo il progresso scientifico e tecnologico e’ stato tale da lasciar presumere che la stregoneria in generale potesse essere relegata tra le memorie del passato.
Invece e’ avvenuto esattamente il contrario; limitatamente alla sola Europa, l’aumento delle streghe e’ stato, a dir poco, vertiginoso.
Dobbiamo ora abbandonare la premessa del § 02 dove il termine “strega” era utilizzato in senso neutro. L’enorme sviluppo degli operatori di magia ha visto emergere prepotentemente gli uomini, tanto da rendere un po’ obsoleto il termine strega. Oggi e’ piu’ corretto parlare di maghi e di maghe.
Questo non significa che le streghe “vecchio stampo” siano sparite; si sono solo modernizzate, aggiornando il loro modo d’essere e di operare, i loro prodotti e la loro attivita’ in conformita’ alla domanda di mercato.
Praticamente il progresso della conoscenza e la diffusione ad ogni livello sociale di una cultura scientifica di base non sono stati sufficienti per eliminare nell’uomo il “bisogno di credere”, la “la necessita’ di una qualsiasi fede malriposta”, un qualcosa a cui aggrapparsi ciecamente senza tanti ragionamenti logici e razionali; ragionare resta ancora un’attivita’ scomoda e faticosa e quindi e’ molto piu’ facile abbandonarsi ad un qualsiasi credo pre-confezionato senza porsi troppi problemi.
In fondo la religione e la magia (che sono la stessa cosa) prosperano nella misura in cui l’individuo sente la necessita’ di autoammettere, inconsciamente, la propria stupidita’.
Oltre a tutto, l’offerta del mercato di prodotti consolatori-illusori e’ notevole e sostituisce benissimo gli analoghi prodotti, sorpassati e sclerotici, offerti da una chiesa ormai decadente che morde impotente il freno di fronte ad una concorrenza sempre piu’ serrata sul mercato del divino.
La situazione e’ precipitata a partire dagli anni settanta quando Marilyn Ferguson, riprendendo le istanze del ’68, ha pubblicato il suo manifesto della New Age (la nuova era o, come qualcuno ha detto, l’era della morte di Dio).
Certamente l’autrice non immaginava di porre in essere un enorme calderone in cui confluiscono, in una grandiosa confusione, tutti quei movimenti spirituali, settari, animistici, pseudo religiosi e magici nati in opposizione ai culti ufficiali tradizionali.
Si va dai dagli antichi culti della fertilità (wicca) a forme, più o meno idiote, di satanismo.
Tornando alle nostre streghe, come le abbiamo conosciute nei paragrafi precedenti, e’ importante mettere in evidenza come la loro arte ed il loro modo d’essere si siano evoluti in barba ad un clero massacratore e certamente nostalgico del sentore di carne bruciata che emanava dai roghi. In particolare:
• L’eta’ media delle streghe si aggira, oggi, sui 35-40 anni.
• Hanno quasi tutte una cultura di livello medio-superiore e molte risultano laureate.
• La cura del loro aspetto e della loro presenza in pubblico sono diventati fattori essenziali per l’esercizio delle arti magiche, tanto che molte vestono abiti firmati, che possono permettersi viste le tariffe da capogiro che chiedono per esercitare i loro sortilegi.
• Alcune di loro sono giovani e molto belle al punto che parecchi uomini sarebbero disposti a siglare un patto col Diavolo pur di trascorrere con le medesime qualche movimentata notte di Valpurga.
• Non si spalmano piu’ con unguenti disgustosi; preferiscono frequentare le profumerie del centro; pare che la linea di prodotti di bellezza piu’ gettonata sia quella della Chanel.
• La vecchia scopa e’ stata relegata in un angolo per cui si recano ai sabba annuali in areo, in treno o in automobile.
• I sabba si svolgono preferibilmente nelle meeting rooms di prestigiosi alberghi a quattro o cinque stelle.
• Al sabba, dove si discutono problemi professionali e di marketing, il Diavolo (in profonda crisi esistenziale) non si fa piu’ vedere.
• Dai banchetti e’ stata rigorosamente esclusa la carne di neonato-non-battezzato, preferendo ad essa cocktails di gamberetti, tartine al salmone, al caviale, ecc.
• Oggi nessuna strega va piu’ in giro a raccogliere erbe e a procurarsi certi ingredienti disgustosi, come quelli di § 27. Filtri d’amore, acque di luce, sangue di Giuda, sangue di drago, ecc. sono prodotti su scala industriale e possono essere acquistati all’ingrosso presso ditte specializzate, scegliendoli da cataloghi strettamente riservati ai soli operatori del settore.
• Tutte le streghe moderne affermano di non praticare la magia nera e di non gettare il malocchio, ma non si esclude che cio’ possa essere fatto in segreto. In fondo e’ il cliente che lo chiede e ….paga!
Tutto questo per quanto riguarda le streghe ancorate alle tradizioni. Il mercato dell’illusione e’ pero’ molto piu’ ampio, diversificato e, in massima parte, gestito da operatori uomini: i maghi. Di questi maghi molti appaiono sovente in televisione dove, puntualmente, fanno delle figuraccie da sprofondare sotto terra. Sono in genere specialisti di:
• astrologia
• cartomanzia
• chiromanzia
• divinazione
• occultismo demoniaco
• occultismo miracolistico
• panteismo
• pranoterapia
• satanismo
• spiritismo e necromanzia
• telescrittura
• ufologia
• ecc.
Insomma tutto quanto puo’ servire per illudere i figli di quella famosa Grande Madre che e’ sempre incinta.
In Italia una buona parte degli operatori magici aderisce al sindacato “USAODE-CISL” che si batte per l’istituzione di albi professionali, regolamentazione delle tariffe(?), ricevute fiscali ed altri problemi gestionali sovente in collisione con il fisco.
Da notare che la “CISL” e’ un sindacato “cattolico”.
Secondo stime eseguite, qualche anno addietro, dal sindacato USAODE-CISL, in Italia ci sarebbero circa 150.000 operatori dell’occulto (il doppio dei preti cattolici presenti nel paese) che servono una popolazione di 15 milioni di clienti, dei quali 60% donne e 40% uomini. Quanto al livello di istruzione dei clienti si ha:
• 30% = laureati
• 40% = diplomati
• 15% = licenza media inferiore
• 15% = licenza elementare
Gli operatori realmente iscritti al sindacato sono circa 2000.
La distribuzione degli operatori dell’occulto sul territorio nazionale non e’ uniforme. Si va, secondo dati Istat:
• da un massimo di un mago ogni 9500 abitanti (Alessandria)
• ad un minimo di un mago ogni 21400 abitanti (Catania)
Il giro di affari e’ vorticoso e pare superi di molte lunghezze il famigerato otto per mille che gli sprovveduti destinano annualmente al Vaticano.
Infine, stando a quanto si crede, le grandi citta’ magiche europee sarebbero oggi:
• Lione
• Londra
• Parigi
• Praga
• Stonehenge
• Torino
In particolare, qualche burlone ha sparso la voce che Torino (uno dei vertici del triangolo magico Torino-Lione-Praga) abbia un collegamento diretto con gli Inferi, dove soffrono le anime dei defunti. L’ingresso sarebbe situato sotto il basamento dell’Obelisco del Meridiano (guglia Beccaria), in piazza Statuto. A mezzanotte in punto, se accostate l’orecchio all’obelisco, potete ascoltare i gemiti dei dannati e percepire un vago sentor di zolfo.
APPENDICE
Gatti e Demoni
Sin dall’inizio del cristianesimo i gatti non hanno mai avuto molta fortuna con la chiesa. Specialmente quelli neri.
Anticamente, in Egitto il gatto era considerato un animale quasi sacro. Chi maltrattava un gatto poteva essere punito con la morte. Quando un gatto moriva i componenti della famiglia che lo ospitava si rasavano le sopracciglie in segno di lutto e, dopo l’imbalsamazione, l’animale veniva inumato con una cerimonia di tutto rispetto.
La dea egiziana Bastet era raffigurata con una testa di gatto. Sin dai primordi della civilta’ e’ sempre stata riconosciuta al gatto la fondamentale utilita’ di tenere granai e magazzini di derrate sgombri dai topi.
Poi venne il cristianesimo illuminato che proclamo’, naturalmente in nome di dio, lo sterminio dei gatti, definendoli animali del demonio.
A dare il via a questa santa crociata fu quell’anima pia di Gregorio IX, attorno agli anni 30 del XIII secolo, e da allora (e ancora oggi) il domestico felino, quale simbolo del male e del demonio, ne ha subite di tutti i colori:
• durante la caccia alle streghe molti vennero atrocemente torturati e gettati sul rogo con la loro padrona;
• per secoli, il 24 Giugno che, in molti paesi d’Europa, era considerato la festa delle streghe, migliaia di gatti vennero:
o gettati vivi dai campanili delle chiese
o rinchiusi in gabbie ed arrostiti a fuoco lento sulle pubbliche piazze
o scorticati vivi
o uccisi a bastonate;
• lo stesso accadeva il martedi grasso, prima delle ceneri, e in altre “sante” manifestazioni religiose;
• molti venivano seppelliti vivi nelle fondamenta delle case per favorire una “maggiore solidita’ del muri”;
• si uccidevano gatti dopo la mietitura come buon auspicio per i raccolti futuri;
• oppure, con il fumo di una gatto bruciato vivo, si affumicava il bestiame per preservarlo dalla moria;
• un pizzico di cenere di gatto sparso in casa, favoriva il benessere e la felicita’;
• infine, forte della bolla di Gregorio IX, ogni cristiano poteva acquistare speciali meriti agli occhi di dio torturando atrocemente e poi uccidendo qualsiasi malcapitato felino.
Ancora oggi a Ypres (Francia), il 24 Giugno si usa gettare i gatti da una torre; i gatti oggi sono cambiati, vengono confezionati in stoffa, ma quella che non e’ mutata e’ l’ancestrale imbecillita’ di quelli che si dedicano a questo “sport” sotto lo sguardo compiaciuto ed indulgente della pretaglia locale.
Le regole d’oro di Eymerich
Nicolau Eymerich era uno che si preoccupava particolarmente della forma. Nel suo manuale (Rif. 165) stabilisce delle regole precise su come e quando (praticamente sempre) applicare la tortura mediante strappi di corda.
• 1 – Si tortura l’accusato che vacilla nelle risposte, affermando ora una cosa, ora il contrario, ma sempre negando i capi di accusa piu’ importanti. Si presume in tal caso che l’accusato nasconda la verita’ e che incalzato dagli inquirenti, si contraddica. Qualora negasse una volta e poi si confessasse e pentisse verrebbe considerato come un eretico penitente e quindi condannato.
• 2 – Sara’ torturato l’accusato che abbia contro anche un solo testimone. La pubblica nomea ed un testimone costituiscono insieme una mezza prova, cosa del tutto naturale dal momento che una sola testimonianza vale di per se’ come un indizio. La regola testis unus, testis nullus vale per la condanna ma non per la presunzione. Una sola testimonianza a carico e’ dunque sufficiente, anche se la testimonianza di uno solo non ha la stessa forza di un giudizio civile.
• 3 – L’accusato contro il quale sussistono uno o piu’ indizi gravi deve essere torturato. Il sospetto piu’ gli indizi non sono sufficienti. Per i preti basta il sospetto (ma solo i preti infami saranno torturati). In questo caso sussistono numerose e sufficienti condizioni.
• 4 – Sara’ torturato l’accusato contro il quale deporra’ un solo testimone in materia di eresia e contro il quale si abbiano indizi veementi e violenti.
• 5 – Il sospettato contro il quale esistono piu’ indizi veementi o violenti verra’ torturato anche se non si hanno testimoni a carico.
• 6 – Quindi a maggior ragione si dovra’ torturare colui che, a somiglianza del precedente, avra’ contro di se la deposizione di un testimone.
• 7 – Il sospettato contro cui si ha solo diffamazione o un solo testimone o un solo indizio non verra’ torturato perche’ una di queste condizioni da sola non basta per procedere alla tortura.
Madame Voisin
Accadde a Parigi nel 1679-1680. La Marchesa di Montespan e’ costretta a lasciare la sua prestigiosa posizione a Versailles. Amante di Luigi XIV dal 1667 al 1679 (undici anni, un record), periodo durante il quale regalo’ al Re Sole ben 8 figli, ha dovuto cedere il posto ad altra concorrente piu’ giovane ed avvenente.
La Marchesa pero’ non si da’ pace e cerca disperatamente qualsiasi artificio per poter riconquistare il favore del re.
Viene cosi’ in contatto con una celebre strega parigina di quei tempi, Madame Voisin e con un certo Abate Guilbourg (prete regolarmente ordinato), noto negli ambienti della Corte per certe sue stranezze tra le quali quella di officiare, in gran segreto, messe nere che poi in realta’ si concludono in orgie sfrenate per il diletto dei nobili partecipanti.
I due convincono la Montespan che solo l’intervento del Diavolo potrebbe favorire il ritorno della Marchesa nell’alcova del re e decidono di invocare il suo aiuto con un’adeguata serie di messe nere.
La celebrazione in questione, secondo un rito inventato dallo stesso abate, prevedeva:
• un altare costituito dal corpo nudo della Montespan disteso su un tavolaccio
• calice ed ostensorio sistemati tra le gambe e sul pube della Marchesa
• ostie impastate con materiali innominabili e consacrate dall’officiante con inedite bestemmie
• recitazione della messa al contrario, dall’Ite missa est all’Introibo….
• benedizione eseguita con sangue di animali domestici sacrificati al momento o con sperma umano (o, come alcuni sostengono, con sangue di bambini sacrificati ai demoni Astaroth e Asmodeo)
• conclusione del rito con un bacio osceno del celebrante alla postulante.
Divenuta la cosa di pubblico dominio, la Corte ordino’ un processo che fece scandalo in tutta l’Europa e che si concluse con:
• la condanna della Montespan al confino perpetuo nella sua tenuta di Bourbon-L’Archambaut, dove mori’ nel 1707, all’eta’ di 67 anni
• la condanna al rogo della Voisin che venne eseguita il 22 Febbraio 1680 sulla Place de Grève di Parigi
• la condanna del Guilbourg ad essere murato vivo nella cella di un convento. Alcuni autori pero’ nutrono dubbi sulla vera sorte del singolare abate.
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L’Isola di Man
Ancora oggi, ed esattamente nella notte tra il 2 ed il 3 Febbraio, le streghe accorrono, da tutte le parti del mondo, ad un grandioso sabba sull’Isola di Man, situata tra l’Inghilterra e l’Irlanda.
Su questa isola, in localita’ Witches Mill, esiste uno dei piu’ importanti musei delle streghe. Pare che le streghe partecipino al sabba incarnandosi nei molti gatti senza coda che popolano l’isola.
Comunque il locale …Ente per il Turismo puo’ dare molte informazioni in proposito.
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Padrone e cavallo
In Scozia nel 1600 un tribunale mando’ al rogo un allevatore ed il rispettivo cavallo. Il tapino venne accusato di praticare la magia perche’ aveva insegnato al suo cavallo a fare la riverenza, piegato sulle zampe anteriori.
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Quelle di Triora
Gerolamo del Pozzo, inquisitore di Triora (Albenga), nell’autunno del 1588, prima di dare inizio al processo, tenne una strepitosa predica per “preparare” il pubblico all’evento. Nel corso di tanto sermone affermo’ che le streghe sotto accusa, tra le altre cose:
• giocavano a palla con bambini appena nati
• facevano rivivere i morti
• preparavano filtri d’amore e d’odio con cadaveri putrefatti
• facevano uscire dalle loro vulve bruchi, cavallette e topi per devastare i raccolti
• orinavano sull’ostia sacra
• ed altre vaccate del genere.
(Sui fatti di Triora vedere su questo sito Triora, la Salem d’Italia)
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Riconquistare il marito infedele
Sortilegio abbastanza laborioso da eseguire ma di sicuro effetto, come ebbe ad affermare la strega Gabrina durante il processo a suo carico, celebrato a Reggio Emilia nel 1375. La Gabrina non fini’ sul rogo; venne “solo marchiata a fuoco ed ebbe la lingua amputata”.
La moglie deve strapparsi alcuni peli del pube, aggiungerli a qualche frammento d’unghia del marito e poi porre il tutto dentro il cuore di una gallina nera.
La donna deve poi infilarsi il cuore della gallina nella vagina e, tenendo in mano una candela benedetta accesa, fare nove passi. Alla fine si trita finemente il tutto e lo si mescola a qualche pietanza da servire al marito fedifrago.
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Tiratore scelto
In Inghilterra, ai tempi di Maria la Sanguinaria, un arciere di eccezionale bravura nel centrare i suoi bersagli, e’ finito sul rogo in quanto accusato di aver acquistato la sua abilita’ con un patto col Diavolo.
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S. Carlo Borromeo
Non e’ stato un cacciatore di streghe in senso stretto, ma un accanito …tifoso. Incoraggiò i gesuiti nella loro opera di purificazione del mondo, promuovendo e plaudendo ai mumerosi processi ed alle esecuzioni della Valle Mesolcina. In questa occasione vennero tenuti 162 processi conclusi con 12 esecuzioni, nel corso delle quali le streghe vennero bruciate vive, legate a testa in giù al palo del rogo. Una singolare variante ai tradizionali sistemi.
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Keplero
Nella seconda meta’ del 1600, nel villaggio di Gorlingen (Leonberg), la vedova Katharina Keplero, madre di Giovanni Keplero, e’ stata per lunghi anni sospettata e perseguitata per stregoneria a causa della sua opera di guaritrice. Non e’ mai stata condannata.
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SENTENZA DEL 16 NOVEMBRE 1632
Archivio di Stato di Lucerna-Fascicolo COD. 4545
Nel mese di settembre ultimo scorso il signor tenente colonnello Ludwig Am Rin, cavaliere, attualmente balivo del territorio dell’Entlibuch, ha appreso che una bambina di nome Cathrin Schmidlin di anni 11, nata a Roomos, si era vantata in due luoghi differenti di essere capace di fare piccoli uccelli. Si e’ poi anche detta disposta a provarlo dinanzi a persone onorate. Quando non vi e’ riuscita, si e’ giustificata spiegando di poterlo fare solamente da sola e di notte, perche’ un piccolo ragazzo nero e malvagio, che era venuto spesso a trovarla, le aveva proibito di fare uccellini quando la gente poteva vederla. Dopo di che e’ stata tradotta in carcere, dove e’ stata interrogata con ogni severita’ sui menzionati indicia dal signor magistrato municipale Mooren e da altre persone appositamente incaricate.
In presenza del signor magistrato municipale e dello scrivano essa ha ripetuto di poter fare, se vi si fosse dedicata con fermo proposito, uccelli muniti d’occhi, cuore e vitalita’. Ha aggiunto che, quando e’ sola, ne risultano uccelli di varie specie, che becchettano sul suolo e svolazzano, e che ha appreso il modo di farlo da un ragazzo malvagio di nome Blundtsch, il quale la chiama Fighetta Stracciona.
Item il ragazzo, quando e’ venuto da lei nella torre, le ha promesso di farle fare uccelli davanti ai signori, ordinandole pero’ di giurare di non pregare e di non mangiare il pane sacro.
Item il ragazzo l’aveva solleticata nella natura segreta con il membro, che essa ha visto e le e’ molto piaciuto e l’ha spudoratamente toccato in tutta la sua dimensione.
Item il Blundtsch l’ha spesso solleticata nel modo descritto anche nella torre, nella quale essa e’ stata poi ripetutamente trovata completamente sconciata.
Item il soggetto addetto alla sorveglianza ha udito lo spirito malvagio, la cui presenza e’ sta spesso avvertita nella torre, parlare tre volte con la bambina, in un linguaggio che pero’ non ha capito e che pareva meridionale. La bambina non ha voluto rivelare di che cosa le aveva parlato. Il ragazzo usciva sempre con strepito e chiasso da una mezza finestra, lasciando un puzzo cosi’ orribile che il soggetto ha pensato di dover cadere privo di forze.
Item dice la bambina che il ragazzo e’ grande come la stanza e che tuttavia puo’ entrare ugualmente dalla finestra; dice inoltre che spazza la paglia sotto il tavolo fino a farla piccola e poi sparire.
Item appare a volte come un mostro dagli occhi molto infuocati. Quando e’ stanca di lui si fa il segno della croce, innanzi al quale quello se ne fugge.
Item a riprova che il ragazzo sa tutto, il soggetto addetto alla sorveglianza denuncia che il chierico venuto con padre Wolfgang l’ha diffidata dal picchiare le bambina e dal trattarla con male parole. Sebbene di cio’ si fosse parlato soltanto di sotto, nella sala, la bambina sopra nella torre lo sapeva e gliel’ha rinfacciato, dicendole che non poteva picchiarla perche’ il chierico del lungo Wolfang glielo aveva vietato.
Item si sono accoppiati, che lei voleva sentirlo e il Blundtsch doveva entrare dentro di lei.
Item il soggetto si lamenta della grande malvagita’ della bambina, che l’investe con epiteti molto volgari e non cristiani, bestemmie e scongiuri, e che a questo si volge maggiormente dopo che si sono congedati da lei i sacerdoti, ai quali essa dice sempre si si, salvo poi comportarsi in quel modo miserabile.
Oggi 16 novembre 1632 gli onorevoli podesta’ consiglieri e loro seguito, constatato che non vi era da sperare in alcun miglioramento della bambina, l’hanno fatta strangolare nella torre ma senza toglierle la vita (?), l’hanno racchiusa in un sacco, condotta al patibolo perche’ fosse bruciata e ridotta in cenere assieme a Brigitta Testacanuta, che a sua volta doveva quel giorno essere giustiziata e bruciata.
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ESTRATTO DAGLI ATTI GIUDIZIARI DEL 27 NOVEMBRE 1662
Documento conservato nell’Archivio principale di Stato di Stoccarda – Libro 166, volume 9.
Il di 27 del mese di novembre dell’anno 1662 nella foresta, con discrezione (onde prevenire le solite pusillanimita’ e i conseguenti perigli per l’anime) sono stati messi a morte con la spada Isau e Maria, figli dei Lehner di Dürnau.
Ricevuta la denuncia, sono stati ritenuti colpevolo di orribili e reiterate malefatte commesse con compiacimento, rinnegando la divina maesta’ di Cristo, la sua veneranda madre e tutti i santi. Devoti del nemico maligno, hanno vergognosamente disonorato l’ostie consacrate, copulato – la condannata – innumeri volte col nemico maligno, e commesso tra di loro libidinoso incesto.
In accoglimento di una intercessione, sono stati tumulati nella tomba dei bambini innocenti.
1. Isau Lehner, all’incirca d’anni 12 o forse 13, dopo aver recitato il Padrenostro, l’Avemaria e il Credo, ed essersi anche fatto il segno della croce, e’ stato molto benignamente interrogato se egli avesse avuto un buon padre. Ha detto di no e, alla richiesta di spiegare il perche’, ha risposto: perche’ cosi’. Ha dichiarato di avere unto con una pomata nera, ricevuta dal nemico maligno, cavalli ed altro bestiame della gente, uccidendoli. Quegli gli ha insegnato anche ogni altra specie di maleficio, e cioe’ per lo piu’ a produrre nebbie, gelate, tuoni e grandine. Doveva fare un cerchio, ungere un bastone con una pomata, anche sopra, e avvolgerlo sotto uno straccio (tutte cose che aveva ricevuto dal demonio), passarlo attorno al cerchio, e allora venivano insetti, pulci, brine, nebbie, tuoni, grandine e mille altre diavolerie. Cosi’ vede subito compiuto cio’ che desidera. Il diavolo gli ha tolto ogni volta il bastone perche’ non fosse rinvenuto presso di lui e quindi perche’ non lo si punisse.
2. Dichiara che inizialmente il diavolo e’ venuto da lui nelle sembianze d’una ragazzina grande come la sua sorellina, senza piede caprino, che gli e’ sembrato molto bello, e che solo in seguito ha notato che era invece molto brutto, con corna sulla testa, piede caprino, artigli e una lunga coda; gli ha dato un bastone unitamente a uno straccio e a una pomata, di modo che potesse fare le sopraspecificate nebbie, e gelate, ragni, pulci, tuoni e grandine. Poi gli ha dato due pallottoline, l’una delle quali bianca e l’altra verde, non molto dure, dolce l’una ma l’altra molto amara. Dopo averle mangiate, ha dovuto vomitare.
3. Incitato dal laido demonio, ha orinato e defecato nell’acqua benedetta. Sua amante e’ una ragazza di nome Schindele, divenuta sua druda a Dürnau. Se le avesse promesso di non farle alcunche’ di buono, l’avrebbe condotto in un bel luogo.
L’amante indossa una giacca nera, con corna sulla testa, ha una coda lunga e sottile come quella di una mucca, ma non al punto di toccare il suolo e i piedi caprini. Gli ha anche fatto il segno sul braccio sinistro; l’ha esibito ed e’ apparso giallastro.
Questo segno il diavolo gli ha fatto per poterlo distinguere dagli altri. Il diavolo gli ha intimato di uccidere se stesso, e anche di paralizzare persone e animali, di dar fuoco a case e compiere ogni male e, perche’ potesse uccidersi, gli ha dato un coltello.
4. Ribadisce che, ogni volta che il diavolo e’ venuto da lui, la notte successiva egli e’ immancabilmente uscito dalla prigione. Ha vagabondato con il diavolo e compiuto con lui innumerevoli volte la maledetta lascivia. L’amante che aveva i peli neri, l’ha toccato e [Emembrum una cum emissione seminis immittiret]. Il membro del suo amante e’ freddo, ma il seme caldo, un po’ piu’ denso dell’acqua, e tutto questo egli fa spesso con lui di notte. Poi dormono, pero’ di mattina quello se ne va promettendogli di tornare presto. Il suo amante ha anche fatto cose come quelle dell’altra gente [ubera eius intelligens], che sono dure e con peli neri. Inoltre ha voluto compiere con lui lascivia [a posterioribus]. Ma poiche’ il suo membro era troppo corto, non vi e’ riuscito…..
7. Quando faceva insetti, pulci, tuoni e grandine, non poteva arrecare danno a luoghi benedetti o aspersi d’acqua santa. il nemico maligno ha anche spesso voluto che gettasse dalla finestra cose che gli aveva dato, perche’ la gente le calpestasse e ne fosse azzoppata e paralizzata. Non e’ pero’ mai riuscito ad arrecare danno ad animali o a persone. A suo padre ha tuttavia paralizzato varie pecore e maiali.
8. Si e’ anche ripetutamente accoppiato con la sorella e ha quindi commesso [profente diabolo et arridente] con lei molte volte l’incesto. Dichiara che la prima volta [propter angustiam vulvae] non e’ riuscito a penetrarla. Ora pero’ e’ piu’ larga, tanto da potervi compiere lascivia, anche emettere il seme, e dice che ha preso la sorella nella parte calda e anche analiter, proprio come l’amante diavolo, solo che con la ragazza gli piace di piu’ che con il diavolo….
1. Maria Lehner, figlia del suddito Abraham Lehner, nata a Dürnau, d’eta’ fra i 14 e 13 anni. Nega su domanda che il nemico maligno venga ancora da lei, poiche’ adesso prega devotamente e si fa giornalmente il segno della croce. La prima volta il diavolo e’ venuto da lei a Cannzach mentre portava al pascolo il cavallo di Hanss Christa, si e’ accoppiato con lei [immisso dactilo in magnitudine unii-is digiti] e lei ne ha tratto bel godimento, e ha orinato dentro di lei [immissio ad seminis rutans]. Prima pero’ le aveva dato una pallottolina che era molto amara, tanto che aveva dovuto vomitare. Inoltre le aveva dato una pillolina che lei si era dovuta introdurre nell’organo femminile, tuttavia non sa se poi e’ uscita di nuovo oppure no.
2. Confessa che il diavolo e’ venuto da lei anche ieri sera, prima che le si portasse da mangiare, comunicandole che la si sarebbe interrogata ed esaminata quest’oggi, ma che se avesse confessato qualcosa le avrebbero tagliata la testa e l’avrebbero bruciata. Dice che egli e’ piu’ santo di dio, che sa tutto; che il suo amante e’ maschio, quello del fratello una ragazza; che entrambi li vedono benissimo e si chiamano Schindele.
Proprio all’inizio, a Cannzach, su un prato, il diavolo le ha tolto sangue dalla mano e da un braccio mettendolo in una ciotola di stagno, spiegando che gli serviva per scrivere. Poi ha detto che lei doveva rinnegare Dio e tutti i santi, e che il suo dio era adesso il diavolo. E cosi’ lei ha rinnegato Dio, la sua reverenda madre, i santi apostoli e il santo angelo custode, dicendo cosi: io rinnego colui che e’ in cielo (perche’ il diavolo non le ha permesso di chiamare Dio per nome), sua madre, i santi apostoli e l’angelo custode nel nome di mille diavoli. Assieme a suo fratello, per ordine del diavolo ha anche orinato nell’acqua santa. Indi il maligno le ha detto di rovesciare quell’acqua santa e di aspergersi con essa perche’ sarebbe migliore dell’altra….
4. Il suo amante le ha anche spalmato un unguento su due punti del fianco sinistro, dopo di che le si sono aperti due buchi nel corpo che le hanno fatto molto male prima di guarire finalmente. Ha esibito i segni, di parvenza bianca. Il diavolo le ha detto che doveva segnarla, cosi’ da poterla distinguere da altre persone.
5. Il suo amante viene due o tre volte alla settimana, compie atti lascivi con lei, si accoppia con lei e, dopo essersi con lei giaciuto, dorme fino all’alba quando, all’ora della preghiera, egli vola di nuovo via. Inoltre e’ piu’ volte giaciuto con lei il fratellino, la prima volta mentre guardavano le oche e il maiale su un campo dalle parti di Rùedlingen, vicino a un bosco [profente et gaudente diabolo], compiendo con esso incesto, e ben piu’ volte di quante sono menzionate nel precedente protocollo. Le piaceva molto di piu’ quando suo fratello si univa a lei di quando lo faceva il diavolo. Il diavolo si e’ accoppiato con lei anche una volta che perdeva sangue.
8. E’ stata piu’ volte col padre e il fratello sull’Heùberg, volando su bastoni unti con una pomata nera: non troppo alti dal suolo, e il diavolo sedeva dietro di lei. Sull’Heùberg sono poi convenute molte persone, uomini, donne e bambini, anche musici con zampogne e violini. Indi hanno mangiato e bevuto, carne e altri cibi oltre al pane, e il vino era rosso. Quando brindavano, lo favevano nel nome del diavolo. Ballavano e saltavano, si accoppiavano ciascuno con il suo diavolo, le ragazze stando sotto e i ragazzi sopra. A capotavola era seduto in poltrona un vecchio diavolo di nome Lucifero, che sollecitava tutti perche’ mangiassero e bevessero a sazieta’ e fossero allegri…..
RIFERIMENTI
100 – APULEIO L. – L’asino d’oro
105 – ARTICIOC – Note e commenti
110 – BATTISTI G.E. – La civilta’ delle streghe
115 – BOCCACCIO G. – Decameron (Giornata I-Introduzione)
120 – BONOMO G. – Caccia alle streghe
130 – BOLZONI F. – Le streghe in Italia
140 – CLARK A.J. – Appendice V – Su Rif. 270
150 – DE ANGELIS V. – Il libro nero della caccia alle streghe
160 – DE ANGELIS V. – Le streghe
165 – EYMERICH N. – Directorium Inquisitorum
170 – FOGLIA S. – Streghe
180 – FRASER J.G. – Il ramo d’oro
190 – GARDNER G. – Witchcraft today
200 – GINZBURG C. -Stregoneria, magia e superstizione in Europa tra Medioevo ed Eta’ moderna
210 – GINZBURG C. – I benandanti. Stregoneria e culti agrari tra ‘500 e ‘600
220 – GINZBURG C. – Storia notturna. Una decifrazione del sabba
230 – HASLER E. – La strega bambina
240 – LEVACK B.P. – La caccia alle streghe in Europa – 2006
245 – LLORENTE J.A. – Historia critica de la Inquisicíon – Parigi 1822
250 – MICHELET J. – La sorcière
260 – MURRAY M. – Il Dio delle streghe
270 – MURRAY M. – Le streghe nell’Europa occidentale
280 – PAVESE A. – Grande inchiesta sulla magia in Italia
290 – PIOBB P. – Formulario di alta magia
300 – SELIGMAN K. – Lo specchio della magia
305 – SOLDAN-NEPPE – Geschichte der Exenprozess
310 – SPRENGER-KRAMER – Il martello delle streghe (Malleus Maleficarum)
315 – VIVAN I. – La caccia alle streghe nell’America Puritana
320 – VOLTAIRE – Dizionario filosofico
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